Non predichiamo noi stessi, ma Cristo Signore
Non predichiamo noi stessi, ma Cristo Signore
M Mons. Vincenzo Paglia
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Lettura 2Cor 3,15–4,1.3-6 | Fino ad oggi, quando si legge Mosè, un velo è steso sul loro cuore; ma quando vi sarà la conversione al Signore, il velo sarà tolto. Il Signore è lo Spirito e, dove c'è lo Spirito del Signore, c'è libertà. E noi tutti, a viso scoperto, riflettendo come in uno specchio la gloria del Signore, veniamo trasformati in quella medesima immagine, di gloria in gloria, secondo l'azione dello Spirito del Signore. Perciò, avendo questo ministero, secondo la misericordia che ci è stata accordata, non ci perdiamo d'animo. E se il nostro Vangelo rimane velato, lo è in coloro che si perdono: in loro, increduli, il dio di questo mondo ha accecato la mente, perché non vedano lo splendore del glorioso vangelo di Cristo, che è immagine di Dio. Noi infatti non annunciamo noi stessi, ma Cristo Gesù Signore: quanto a noi, siamo i vostri servitori a causa di Gesù. E Dio, che disse: "Rifulga la luce dalle tenebre", rifulse nei nostri cuori, per far risplendere la conoscenza della gloria di Dio sul volto di Cristo.


Il commento di Monsignor Vincenzo Paglia

2 Corinzi 3,15–4,1.3-6 | Di nuovo Paolo ritorna a parlare del ministero che gli è stato affidato. È ben consapevole di essere stato scelto da Dio per comunicare agli uomini il Vangelo di Gesù Cristo. Non è quindi per sua scelta che ne è diventato ministro, ma perché chiamato dall’Alto. Può perciò rivendicare senza timore alcuno l’autorità del suo annuncio e ricordare la franchezza con la quale egli lo ha fatto senza falsificarne il contenuto e senza attutirne la forza. È vero però che a Corinto c’è chi non pensa con sincerità. Già alla fine del capitolo terzo della lettera, Paolo aveva accennato a coloro che mercanteggiano la Parola di Dio; ora parla addirittura di una possibile falsificazione. Non basta ovviamente appartenere alla Chiesa, o alla comunità, per essere immuni dall’orgoglio, dall’invidia e dalla critica. Tali tristi istinti “velano” lo sguardo sul Vangelo e ne offuscano la comunicazione. Paolo rivendica che la sua predicazione non è passeggera come quella di Mosè ancora segnata dal “velo” della legge. La sua predicazione mostra il volto stesso di Gesù, senza mediazioni, senza veli. Il volto di Gesù svela il volto stesso di Dio. Così Gesù rispose a Filippo: «Chi ha visto me, ha visto il Padre» (Gv 14,9). Solo se volgiamo gli occhi verso Gesù potremo comprendere il mistero di Dio e riceverne forza. E Paolo rivendica la sua predicazione sulla centralità di Gesù per la vita della comunità: «Noi infatti non predichiamo noi stessi, ma Cristo Gesù Signore» (v. 5). E questo ministero è il servizio a cui l’apostolo è stato chiamato. Per questo si presenta ai corinzi come loro «servo» per amore di Gesù, quel Gesù che gli è apparso glorioso, pieno di luce tanto da accecarlo, sulla via di Damasco.


Salmo Responsoriale

Dal Sal 84(85)

R. Donaci occhi, Signore, per vedere la tua gloria.

Ascolterò che cosa dice Dio, il Signore:
egli annuncia la pace.
Sì, la sua salvezza è vicina a chi lo teme,
perché la sua gloria abiti la nostra terra. R.
 
Amore e verità s’incontreranno,
giustizia e pace si baceranno.
Verità germoglierà dalla terra
e giustizia si affaccerà dal cielo. R.
 
Certo, il Signore donerà il suo bene
e la nostra terra darà il suo frutto;
giustizia camminerà davanti a lui:
i suoi passi tracceranno il cammino. R.


Vangelo Mt 5,20-26 | Io vi dico infatti: se la vostra giustizia non supererà quella degli scribi e dei farisei, non entrerete nel regno dei cieli. Avete inteso che fu detto agli antichi: Non ucciderai; chi avrà ucciso dovrà essere sottoposto al giudizio. Ma io vi dico: chiunque si adira con il proprio fratello dovrà essere sottoposto al giudizio. Chi poi dice al fratello: "Stupido", dovrà essere sottoposto al sinedrio; e chi gli dice: "Pazzo", sarà destinato al fuoco della Geènna. Se dunque tu presenti la tua offerta all'altare e lì ti ricordi che tuo fratello ha qualche cosa contro di te, lascia lì il tuo dono davanti all'altare, va' prima a riconciliarti con il tuo fratello e poi torna a offrire il tuo dono. Mettiti presto d'accordo con il tuo avversario mentre sei in cammino con lui, perché l'avversario non ti consegni al giudice e il giudice alla guardia, e tu venga gettato in prigione. In verità io ti dico: non uscirai di là finché non avrai pagato fino all'ultimo spicciolo!