Pietro guarisce un paralitico e risuscita una donna
Pietro guarisce un paralitico e risuscita una donna
M Mons. Vincenzo Paglia
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Lettura At 9,31-42 | La Chiesa era dunque in pace per tutta la Giudea, la Galilea e la Samaria: si consolidava e camminava nel timore del Signore e, con il conforto dello Spirito Santo, cresceva di numero. E avvenne che Pietro, mentre andava a far visita a tutti, si recò anche dai fedeli che abitavano a Lidda. Qui trovò un uomo di nome Enea, che da otto anni giaceva su una barella perché era paralitico. Pietro gli disse: "Enea, Gesù Cristo ti guarisce; àlzati e rifatti il letto". E subito si alzò. Lo videro tutti gli abitanti di Lidda e del Saron e si convertirono al Signore.

A Giaffa c'era una discepola chiamata Tabità - nome che significa Gazzella - la quale abbondava in opere buone e faceva molte elemosine. Proprio in quei giorni ella si ammalò e morì. La lavarono e la posero in una stanza al piano superiore. E, poiché Lidda era vicina a Giaffa, i discepoli, udito che Pietro si trovava là, gli mandarono due uomini a invitarlo: "Non indugiare, vieni da noi!". Pietro allora si alzò e andò con loro. Appena arrivato, lo condussero al piano superiore e gli si fecero incontro tutte le vedove in pianto, che gli mostravano le tuniche e i mantelli che Gazzella confezionava quando era fra loro.

Pietro fece uscire tutti e si inginocchiò a pregare; poi, rivolto al corpo, disse: "Tabità, àlzati!". Ed ella aprì gli occhi, vide Pietro e si mise a sedere. Egli le diede la mano e la fece alzare, poi chiamò i fedeli e le vedove e la presentò loro viva. La cosa fu risaputa in tutta Giaffa, e molti credettero nel Signore.


Il commento di Monsignor Vincenzo Paglia

Atti 9,31-42 | L’autore degli Atti, dopo aver parlato a lungo di Paolo e aver notato che la comunità cristiana cresceva in un clima di pace, fa tornare in scena Pietro che continua fedelmente, alla lettera potremmo dire, l’opera di Gesù. Si tratta di storie che mostrano come cresceva la comunità cristiana. Tali storie sono però emblematiche di quella conversione missionaria che oggi papa Francesco chiede con insistenza a tutte le comunità cristiane. Luca nota che Pietro sta in viaggio: «Mentre andava a far visita a tutti, si recò anche dai fedeli che abitavano a Lidda». Insomma, Pietro è in uscita, è sulla strada. Se non ci si pone sulla strada, se non si esce dai propri recinti abituali, se non c’è missione, non solo non potremo gustare la gioia di quella crescita anche numerica di cui Luca parla nei primi versetti che abbiamo letto, ma rischiamo di isterilirci e morire. È una riflessione che le comunità cristiane debbono fare con urgenza, in questo passaggio della storia. La prima vicenda che Luca narra riguarda la guarigione di un paralitico, di nome Enea, che si trova a Lidda. La seconda, invece, accade in un’altra città, a Giaffa, dove Pietro va a trovare una donna, Tabità, che era appena morta. In ambedue le situazioni, Pietro riprende gli stessi gesti di Gesù: esorta Enea ad alzarsi dal giaciglio, quindi prende per mano Tabità, dopo essersi inginocchiato a pregare, e la restituisce viva agli amici e alle amiche. Ad ambedue, a Enea e a Tabità, Pietro dice: «Alzati!». Nel testo si usa lo stesso verbo greco impiegato per descrivere la risurrezione di Gesù. Pietro non compie gesti prodigiosi o spettacolari. Sta con pazienza accanto a chi è debole e gli ridona la dignità di essere amato e considerato. Sono i segni, le primizie della risurrezione.


Salmo Responsoriale

Dal Sal 115(116)

R. Che cosa renderò al Signore, per tutti i benefici che mi ha fatto?
oppure:
R. Ti rendo grazie, Signore, perché mi hai salvato.
oppure:
R. Alleluia, alleluia, alleluia.

Che cosa renderò al Signore,
per tutti i benefici che mi ha fatto?
Alzerò il calice della salvezza
e invocherò il nome del Signore. R.

Adempirò i miei voti al Signore,
davanti a tutto il suo popolo.
Agli occhi del Signore è preziosa
la morte dei suoi fedeli. R.

Ti prego, Signore, perché sono tuo servo;
io sono tuo servo, figlio della tua schiava:
tu hai spezzato le mie catene.
A te offrirò un sacrificio di ringraziamento
e invocherò il nome del Signore. R.


Vangelo Gv 6,60-69 | Molti dei suoi discepoli, dopo aver ascoltato, dissero: "Questa parola è dura! Chi può ascoltarla?". Gesù, sapendo dentro di sé che i suoi discepoli mormoravano riguardo a questo, disse loro: "Questo vi scandalizza? E se vedeste il Figlio dell'uomo salire là dov'era prima? È lo Spirito che dà la vita, la carne non giova a nulla; le parole che io vi ho detto sono spirito e sono vita. Ma tra voi vi sono alcuni che non credono". Gesù infatti sapeva fin da principio chi erano quelli che non credevano e chi era colui che lo avrebbe tradito. E diceva: "Per questo vi ho detto che nessuno può venire a me, se non gli è concesso dal Padre".

Da quel momento molti dei suoi discepoli tornarono indietro e non andavano più con lui. Disse allora Gesù ai Dodici: "Volete andarvene anche voi?". Gli rispose Simon Pietro: "Signore, da chi andremo? Tu hai parole di vita eterna e noi abbiamo creduto e conosciuto che tu sei il Santo di Dio".