Fondazione della Chiesa di Antiochia
Fondazione della Chiesa di Antiochia
M Mons. Vincenzo Paglia
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Lettura At 11,19-26 | Intanto quelli che si erano dispersi a causa della persecuzione scoppiata a motivo di Stefano erano arrivati fino alla Fenicia, a Cipro e ad Antiòchia e non proclamavano la Parola a nessuno fuorché ai Giudei. Ma alcuni di loro, gente di Cipro e di Cirene, giunti ad Antiòchia, cominciarono a parlare anche ai Greci, annunciando che Gesù è il Signore. E la mano del Signore era con loro e così un grande numero credette e si convertì al Signore.

Questa notizia giunse agli orecchi della Chiesa di Gerusalemme, e mandarono Bàrnaba ad Antiòchia. Quando questi giunse e vide la grazia di Dio, si rallegrò ed esortava tutti a restare, con cuore risoluto, fedeli al Signore, da uomo virtuoso qual era e pieno di Spirito Santo e di fede. E una folla considerevole fu aggiunta al Signore.

Bàrnaba poi partì alla volta di Tarso per cercare Saulo: lo trovò e lo condusse ad Antiòchia. Rimasero insieme un anno intero in quella Chiesa e istruirono molta gente. Ad Antiòchia per la prima volta i discepoli furono chiamati cristiani.


Il commento di Monsignor Vincenzo Paglia

Atti 11,19-26 | La prima tappa della comunità cristiana è ad Antiochia, la terza capitale, dopo Roma e Alessandria, una città cosmopolita e universalmente conosciuta non soltanto per la sua importanza commerciale ma anche per quella culturale e religiosa. La prima storia cristiana appare chiaramente come la storia della predicazione del Vangelo nelle città, a partire da quelle più importanti. Il cristianesimo, fin dall’inizio, ha una dimensione universale tesa al cambiamento in profondità della vita degli uomini. Se il motivo immediato della prima missione cristiana sembra nascere ancora una volta dalla persecuzione, in verità la vera energia spirituale che muove i discepoli di Gesù è l’allargamento fino agli estremi confini della terra della predicazione evangelica. Per questo, entrando ad Antiochia, la predicazione fu rivolta non solo agli ebrei ma anche ai pagani che erano parte della città. E nella città bisognava deporre il fermento evangelico. In effetti, la comunità ebbe immediatamente uno straordinario sviluppo, tanto che da Gerusalemme fu mandato Barnaba, originario di Cipro, per aiutare quella comunità a organizzarsi. Proprio ad Antiochia – siamo intorno agli anni 38-40 – i discepoli di Gesù furono chiamati per la prima volta “cristiani”, probabilmente perché il notevole afflusso dei pagani distingueva marcatamente questo nuovo gruppo dalla comunità ebraica. Fino ad allora coloro che aderivano alla fede in Gesù erano chiamati con diversi nomi, “fratelli” o “credenti”. Ora ricevevano questo nome che specificava più chiaramente di chi fossero discepoli. Luca delinea in poche righe la nascita, dentro una grande città dell’Impero, di un’esperienza così nuova da dover essere definita con un nuovo nome, appunto, quello di “cristiani”. La novità non era data dall’adesione a un progetto o a una ideologia ma dalla sequela di Gesù, il Cristo.


Salmo Responsoriale

Dal Sal 86(87)

R. Genti tutte, lodate il Signore.
Oppure:
R. Alleluia, alleluia, alleluia.

Sui monti santi egli l'ha fondata;
il Signore ama le porte di Sion
più di tutte le dimore di Giacobbe.
Di te si dicono cose gloriose,
città di Dio! R.

Iscriverò Raab e Babilonia
fra quelli che mi riconoscono;
ecco Filistea, Tiro ed Etiopia:
là costui è nato.
Si dirà di Sion:
«L'uno e l'altro in essa sono nati
e lui, l'Altissimo, la mantiene salda». R.

Il Signore registrerà nel libro dei popoli:
«Là costui è nato».
E danzando canteranno:
«Sono in te tutte le mie sorgenti». R.


Vangelo Gv 10,22-30 | Ricorreva allora a Gerusalemme la festa della Dedicazione. Era inverno. Gesù camminava nel tempio, nel portico di Salomone. Allora i Giudei gli si fecero attorno e gli dicevano: "Fino a quando ci terrai nell'incertezza? Se tu sei il Cristo, dillo a noi apertamente". Gesù rispose loro: "Ve l'ho detto, e non credete; le opere che io compio nel nome del Padre mio, queste danno testimonianza di me. Ma voi non credete perché non fate parte delle mie pecore. Le mie pecore ascoltano la mia voce e io le conosco ed esse mi seguono. Io do loro la vita eterna e non andranno perdute in eterno e nessuno le strapperà dalla mia mano. Il Padre mio, che me le ha date, è più grande di tutti e nessuno può strapparle dalla mano del Padre. Io e il Padre siamo una cosa sola".