Verso la terra promessa
Verso la terra promessa
M Mons. Vincenzo Paglia
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Lettura Eb 11,32-40 | E che dirò ancora? Mi mancherebbe il tempo se volessi narrare di Gedeone, di Barak, di Sansone, di Iefte, di Davide, di Samuele e dei profeti; per fede, essi conquistarono regni, esercitarono la giustizia, ottennero ciò che era stato promesso, chiusero le fauci dei leoni, spensero la violenza del fuoco, sfuggirono alla lama della spada, trassero vigore dalla loro debolezza, divennero forti in guerra, respinsero invasioni di stranieri. Alcune donne riebbero, per risurrezione, i loro morti. Altri, poi, furono torturati, non accettando la liberazione loro offerta, per ottenere una migliore risurrezione. Altri, infine, subirono insulti e flagelli, catene e prigionia. Furono lapidati, torturati, tagliati in due, furono uccisi di spada, andarono in giro coperti di pelli di pecora e di capra, bisognosi, tribolati, maltrattati - di loro il mondo non era degno! -, vaganti per i deserti, sui monti, tra le caverne e le spelonche della terra. Tutti costoro, pur essendo stati approvati a causa della loro fede, non ottennero ciò che era stato loro promesso: Dio infatti per noi aveva predisposto qualcosa di meglio, affinché essi non ottenessero la perfezione senza di noi.


Il commento di Monsignor Vincenzo Paglia

Ebrei 11,32-40 | L’autore della Lettera prosegue la storia degli esempi di credenti con la vicenda del sacrificio d’Isacco. È una pagina che mostra Abramo obbediente a Dio anche se non comprende il senso profondo della richiesta che gli è stata rivolta. Il credente si affida a Dio anche se non comprende, sapendo che non sarà mai abbandonato da Dio. Abramo crede: sapeva che Dio chiedendogli il sacrificio di Isacco certamente glielo avrebbe ridonato. Infatti – nota l’autore sacro – «Dio è capace di far risorgere anche dai morti» (11,19). Una fede così salda mosse anche i patriarchi: Isacco, Giacobbe e Giuseppe. Essi benedirono i figli dal letto di morte, assicurando loro la promessa di Dio. Anche la vita di Mosè è stata scandita dalla fede. Per questo affrontò il Faraone e, senza timore, condusse il popolo fuori dall’Egitto. Nella storia di Mosè i cristiani ritrovavano anche la loro storia. Anch’essi – al tempo della Lettera - erano minacciati con gravi pene dalle leggi imperiali e dovevano sopportare ingiustizie e umiliazioni. Ma la fede aiuta a superare le difficoltà. L’autore, senza un preciso ordine cronologico o logico, fa poi un elenco sommario dei «successi» ottenuti per fede: si tratta di imprese eroiche, di vittorie militari, di successi politici e della risurrezione dai morti. È un invito ai credenti perché ricordino la forza della fede che agisce nella storia. Del resto anche Gesù aveva detto che una fede piccola come un seme «può spostare le montagne» (cfr. Mc 11,23). Per questo i cristiani non debbono rassegnarsi di fronte alla violenza del male: la fede è comunque più forte. Anche quando la violenza si abbatte su di loro, la fede li salverà. L’autore ricorda, come in un martirologio, i credenti che furono perseguitati. Essi hanno accettato la morte per la fede, per il loro legame con il Signore: «Tutti costoro, pur essendo stati approvati a causa della loro fede, non ottennero ciò che era stato loro promesso: Dio infatti per noi aveva predisposto qualcosa di meglio, affinché essi non ottenessero la perfezione senza di noi» (11,39-40). Ai credenti della vecchia alleanza era stata data la promessa di una patria eterna, ma nessuno poteva allora raggiungerla. Solo Gesù, sommo sacerdote e Figlio di Dio, ne ha aperto l’accesso a tutti.


Salmo Responsoriale

Dal Sal 30(31)

R. Rendete saldo il vostro cuore, voi tutti che sperate nel Signore.

Quanto è grande la tua bontà, Signore!
La riservi per coloro che ti temono,
la dispensi, davanti ai figli dell’uomo,
a chi in te si rifugia. R.
 
Tu li nascondi al riparo del tuo volto,
lontano dagli intrighi degli uomini;
li metti al sicuro nella tua tenda,
lontano dai litigi delle lingue. R.
 
Benedetto il Signore,
che per me ha fatto meraviglie di grazia
in una città fortificata. R.
 
Io dicevo, nel mio sgomento:
«Sono escluso dalla tua presenza».
Tu invece hai ascoltato la voce della mia preghiera
quando a te gridavo aiuto. R.
 
Amate il Signore, voi tutti suoi fedeli;
il Signore protegge chi ha fiducia in lui
e ripaga in abbondanza chi opera con superbia. R.


Vangelo Mc 5,1-20 | Giunsero all’altra riva del mare, nel paese dei Gerasèni. Sceso dalla barca, subito dai sepolcri gli venne incontro un uomo posseduto da uno spirito impuro. Costui aveva la sua dimora fra le tombe e nessuno riusciva a tenerlo legato, neanche con catene, perché più volte era stato legato con ceppi e catene, ma aveva spezzato le catene e spaccato i ceppi, e nessuno riusciva più a domarlo. Continuamente, notte e giorno, fra le tombe e sui monti, gridava e si percuoteva con pietre. Visto Gesù da lontano, accorse, gli si gettò ai piedi e, urlando a gran voce, disse: “Che vuoi da me, Gesù, Figlio del Dio altissimo? Ti scongiuro, in nome di Dio, non tormentarmi!”. Gli diceva infatti: “Esci, spirito impuro, da quest’uomo!”. E gli domandò: “Qual è il tuo nome?”. “Il mio nome è Legione - gli rispose - perché siamo in molti”. E lo scongiurava con insistenza perché non li cacciasse fuori dal paese. C’era là, sul monte, una numerosa mandria di porci al pascolo. E lo scongiurarono: “Mandaci da quei porci, perché entriamo in essi”. Glielo permise. E gli spiriti impuri, dopo essere usciti, entrarono nei porci e la mandria si precipitò giù dalla rupe nel mare; erano circa duemila e affogarono nel mare. I loro mandriani allora fuggirono, portarono la notizia nella città e nelle campagne e la gente venne a vedere che cosa fosse accaduto. Giunsero da Gesù, videro l’indemoniato seduto, vestito e sano di mente, lui che era stato posseduto dalla Legione, ed ebbero paura. Quelli che avevano visto, spiegarono loro che cosa era accaduto all’indemoniato e il fatto dei porci. Ed essi si misero a pregarlo di andarsene dal loro territorio. Mentre risaliva nella barca, colui che era stato indemoniato lo supplicava di poter restare con lui. Non glielo permise, ma gli disse: “Va’ nella tua casa, dai tuoi, annuncia loro ciò che il Signore ti ha fatto e la misericordia che ha avuto per te”. Egli se ne andò e si mise a proclamare per la Decàpoli quello che Gesù aveva fatto per lui e tutti erano meravigliati.