L’albero nel giardino di Dio
L’albero nel giardino di Dio
M Mons. Vincenzo Paglia
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.Lettura At 13,46-49 | Allora Paolo e Bàrnaba con franchezza dichiararono: "Era necessario che fosse proclamata prima di tutto a voi la parola di Dio, ma poiché la respingete e non vi giudicate degni della vita eterna, ecco: noi ci rivolgiamo ai pagani. Così infatti ci ha ordinato il Signore: Io ti ho posto per essere luce delle genti, perché tu porti la salvezza sino all'estremità della terra". Nell'udire ciò, i pagani si rallegravano e glorificavano la parola del Signore, e tutti quelli che erano destinati alla vita eterna credettero. La parola del Signore si diffondeva per tutta la regione.


Il commento di Monsignor Vincenzo Paglia

Genesi 3,1-8 | Dio aveva posto l’uomo e la donna nel giardino dicendo loro che potevano mangiare di ogni frutto tranne quello dell’albero centrale. Essi però non ascoltarono la Parola di Dio e si lasciarono sedurre da una voce estranea, quella del serpente, la voce dell’idolo, la voce del maligno. Questa voce si insinua suadente nella vita di ogni giorno. Può nascere dal proprio cuore quando ad esempio sollecita l’orgoglio, carezza il compiacimento di sé o illude che tutto è alla portata di mano, attirando a concentrarsi su se stessi. Potremmo dire che è la voce che vuole esaltare l’io sino all’eccesso. È anche la voce che viene dai falsi profeti, che propongono come ideale della vita la ricchezza, il benessere, il successo. In verità, sono parole e suggestioni ingannevoli che allontanano dal Signore. La proposta del tentatore è semplice: non credere alla voce di Dio. Il peccato originale (e, se si vuole, l’origine di ogni peccato) sta sempre nella mancanza di fiducia nella Parola di Dio, nella mancanza di ascolto e soprattutto nella fiducia in se stessi, nell’esaltazione del proprio io, del proprio orgoglio. L’ascolto del tentatore fa perdere all’uomo l’amicizia con Dio e la solidarietà reciproca. Adamo ed Eva, che pretendevano di conoscere tutto e di poter fare da soli – è l’antica tentazione di sentirsi padroni assoluti della propria vita -, si ritrovarono soli, nudi e impauriti. E si accusavano a vicenda. L’orgoglio porta alla privazione dell’amicizia di Dio e all’allontanamento tra noi. Senza il Signore ciascuno di noi scopre con tristezza la sua miseria e la sua fragilità e si ritrova nella solitudine e nel conflitto. Adamo ed Eva si nascosero di fronte a Dio che invece ha continuato ad amarli e a preoccuparsi per loro


Salmo Responsoriale

Dal Sal 116 (117)

R. Andate in tutto il mondo e proclamate il Vangelo.

Genti tutte, lodate il Signore,
popoli tutti, cantate la sua lode.  R.

Perché forte è il suo amore per noi
e la fedeltà del Signore dura per sempre.  R.


Vangelo Lc 10,1-9 |

Dopo questi fatti il Signore designò altri settantadue e li inviò a due a due davanti a sé in ogni città e luogo dove stava per recarsi. Diceva loro: "La messe è abbondante, ma sono pochi gli operai! Pregate dunque il signore della messe, perché mandi operai nella sua messe! Andate: ecco, vi mando come agnelli in mezzo a lupi; non portate borsa, né sacca, né sandali e non fermatevi a salutare nessuno lungo la strada. In qualunque casa entriate, prima dite: 'Pace a questa casa!'. Se vi sarà un figlio della pace, la vostra pace scenderà su di lui, altrimenti ritornerà su di voi. Restate in quella casa, mangiando e bevendo di quello che hanno, perché chi lavora ha diritto alla sua ricompensa. Non passate da una casa all'altra. Quando entrerete in una città e vi accoglieranno, mangiate quello che vi sarà offerto, guarite i malati che vi si trovano, e dite loro: 'È vicino a voi il regno di Dio'".