La benedizione e il patto con Noè
La benedizione e il patto con Noè
M Mons. Vincenzo Paglia
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Lettura Gen 9,1-13 | Dio benedisse Noè e i suoi figli e disse loro: "Siate fecondi e moltiplicatevi e riempite la terra. Il timore e il terrore di voi sia in tutti gli animali della terra e in tutti gli uccelli del cielo. Quanto striscia sul suolo e tutti i pesci del mare sono dati in vostro potere. Ogni essere che striscia e ha vita vi servirà di cibo: vi do tutto questo, come già le verdi erbe. Soltanto non mangerete la carne con la sua vita, cioè con il suo sangue. Del sangue vostro, ossia della vostra vita, io domanderò conto; ne domanderò conto a ogni essere vivente e domanderò conto della vita dell'uomo all'uomo, a ognuno di suo fratello. Chi sparge il sangue dell'uomo, dall'uomo il suo sangue sarà sparso, perché a immagine di Dio è stato fatto l'uomo. E voi, siate fecondi e moltiplicatevi, siate numerosi sulla terra e dominatela".

Dio disse a Noè e ai suoi figli con lui: "Quanto a me, ecco io stabilisco la mia alleanza con voi e con i vostri discendenti dopo di voi, con ogni essere vivente che è con voi, uccelli, bestiame e animali selvatici, con tutti gli animali che sono usciti dall'arca, con tutti gli animali della terra. Io stabilisco la mia alleanza con voi: non sarà più distrutta alcuna carne dalle acque del diluvio, né il diluvio devasterà più la terra".

Dio disse: "Questo è il segno dell'alleanza, che io pongo tra me e voi e ogni essere vivente che è con voi, per tutte le generazioni future. Pongo il mio arco sulle nubi, perché sia il segno dell'alleanza tra me e la terra".


Il commento di Monsignor Vincenzo Paglia

Genesi 9,1-13 | Il brano della Genesi conclude il racconto del diluvio. Dio compie tre azioni e lascia un segno della sua presenza nel creato: benedice, ripudia la violenza e sancisce l’alleanza, lasciando come segno l’arco nel cielo. La benedizione di Dio indica la volontà del Signore di vivere in comunione con gli uomini. Essa è vita e fecondità. Se l’uomo l’accoglie vive, se non l’accoglie cade nella “maledizione”, che è proprio il rifiuto dell’offerta di vita del Signore. Per questo la vita va preservata e protetta a ogni costo dalla violenza che la vuole eliminare. Ricordiamo sempre come il diluvio è la conseguenza di una terra «piena di violenza», come si legge nel capitolo sesto: «È venuta per me la fine di ogni uomo, perché la terra, per causa loro, è piena di violenza» (6,13). Così era avvenuto fin dall’inizio, quando Caino uccise Abele compromettendo tutta la storia umana e la possibilità di vivere insieme. La motivazione profonda del rifiuto della violenza da parte di Dio richiama l’origine dell’essere umano: «A immagine di Dio lo creò». Da qui la nuova alleanza che il Signore stabilisce con Noè. Dio si impegna con un patto di amore con tutti gli esseri viventi. Tutti sono posti sotto la sua protezione, sotto le ali del suo amore che vuole la vita di tutti. Nel Primo Testamento il Signore rinnova altre volte la sua alleanza, perché gli uomini e il suo popolo spesso la vanificano. Con essa si esprime la fedeltà di Dio e la volontà di offrirci la sua amicizia. E infine il segno di questo patto: è quello che noi chiamiamo l’arcobaleno. In verità in ebraico si parla di «un arco sulle nubi». Il testo usa la stessa parola «arco», utilizzata per indicare lo strumento di guerra. Dio trasforma la storia di violenza in storia di pace. Ecco il segno di questa volontà e di questo sogno di Dio per la vita del mondo.


Salmo Responsoriale

Dal Sal 101(102)

R. Il Signore dal cielo ha guardato la terra.

Le genti temeranno il nome del Signore
e tutti i re della terra la tua gloria,
quando il Signore avrà ricostruito Sion
e sarà apparso in tutto il suo splendore.
Egli si volge alla preghiera dei derelitti,
non disprezza la loro preghiera. R.

Questo si scriva per la generazione futura
e un popolo, da lui creato, darà lode al Signore:
«Il Signore si è affacciato dall'alto del suo santuario,
dal cielo ha guardato la terra,
per ascoltare il sospiro del prigioniero,
per liberare i condannati a morte». R.

I figli dei tuoi servi avranno una dimora,
la loro stirpe vivrà sicura alla tua presenza,
perché si proclami in Sion il nome del Signore
e la sua lode in Gerusalemme,
quando si raduneranno insieme i popoli
e i regni per servire il Signore. R.


Vangelo Mc 8,27-33 |

Poi Gesù partì con i suoi discepoli verso i villaggi intorno a Cesarèa di Filippo, e per la strada interrogava i suoi discepoli dicendo: "La gente, chi dice che io sia?". Ed essi gli risposero: "Giovanni il Battista; altri dicono Elia e altri uno dei profeti". Ed egli domandava loro: "Ma voi, chi dite che io sia?". Pietro gli rispose: "Tu sei il Cristo". E ordinò loro severamente di non parlare di lui ad alcuno.

E cominciò a insegnare loro che il Figlio dell'uomo doveva soffrire molto ed essere rifiutato dagli anziani, dai capi dei sacerdoti e dagli scribi, venire ucciso e, dopo tre giorni, risorgere. Faceva questo discorso apertamente. Pietro lo prese in disparte e si mise a rimproverarlo. Ma egli, voltatosi e guardando i suoi discepoli, rimproverò Pietro e disse: "Va' dietro a me, Satana! Perché tu non pensi secondo Dio, ma secondo gli uomini".