Lettura Rm 13,8-10 | Non siate debitori di nulla a nessuno, se non dell'amore vicendevole; perché chi ama l'altro ha adempiuto la Legge. Infatti: Non commetterai adulterio, non ucciderai, non ruberai, non desidererai, e qualsiasi altro comandamento, si ricapitola in questa parola: Amerai il tuo prossimo come te stesso. La carità non fa alcun male al prossimo: pienezza della Legge infatti è la carità.
Il commento di Monsignor Vincenzo Paglia
Romani 13,8-10 | Noi tutti siamo debitori di amore verso gli altri. È a dire che gli altri hanno diritto al nostro amore, alla nostra attenzione, alla nostra vicinanza. Questa verità rappresenta la sconfitta radicale della filautìa, di quell’amore per se stessi che sta alla radice di ogni peccato. E questo debito non si può mai estinguere. Così come non scompare il dritto degli altri al nostro amore. Dopo l’esempio di Gesù che ha amato gli uomini sino a dare la sua stessa vita per la loro salvezza, anche il discepolo non può distanziarsi da questo atteggiamento del maestro. Per questo l’apostolo può parlare di debito dell’amore. L’amore cristiano ha questa esigenza di gratuità e di totalità verso tutti. Ed è ovvio che tale radicalità non nasce da noi, non è il frutto del nostro impegno: è un amore che possiamo solo ricevere dall’alto. E praticando questo amore compiamo quel «sacrificio vivente», al quale Paolo ha appena esortato. L’urgenza dell’amore è data dall’ora che incalza. È questo il tempo di amare, sembra dire l’apostolo. E noi, guardando la gravità di questo inizio di millennio comprendiamo quanto sia urgente che i cristiani testimonino l’amore come unica via di salvezza del mondo. Di fronte alla crescita dell’odio e della violenza, di fronte all’avanzare del terrorismo e della guerra, le comunità cristiane debbono abbandonare ogni distrazione e leggerezza per comunicare al mondo il primato dell’amore. La via della pace è far prevalere l’amore.
Salmo Responsoriale
Dal Sal 111 (112)
R. Felice l’uomo pietoso, che dona ai poveri.
Beato l’uomo che teme il Signore
e nei suoi precetti trova grande gioia.
Potente sulla terra sarà la sua stirpe,
la discendenza degli uomini retti sarà benedetta. R.
Spunta nelle tenebre, luce per gli uomini retti:
misericordioso, pietoso e giusto.
Felice l’uomo pietoso che dà in prestito,
amministra i suoi beni con giustizia. R.
Egli dona largamente ai poveri,
la sua giustizia rimane per sempre,
la sua fronte s’innalza nella gloria. R.
Vangelo Lc 14,25-33 | Una folla numerosa andava con lui. Egli si voltò e disse loro: "Se uno viene a me e non mi ama più di quanto ami suo padre, la madre, la moglie, i figli, i fratelli, le sorelle e perfino la propria vita, non può essere mio discepolo. Colui che non porta la propria croce e non viene dietro a me, non può essere mio discepolo. Chi di voi, volendo costruire una torre, non siede prima a calcolare la spesa e a vedere se ha i mezzi per portarla a termine? Per evitare che, se getta le fondamenta e non è in grado di finire il lavoro, tutti coloro che vedono comincino a deriderlo, dicendo: "Costui ha iniziato a costruire, ma non è stato capace di finire il lavoro". Oppure quale re, partendo in guerra contro un altro re, non siede prima a esaminare se può affrontare con diecimila uomini chi gli viene incontro con ventimila? Se no, mentre l'altro è ancora lontano, gli manda dei messaggeri per chiedere pace. Così chiunque di voi non rinuncia a tutti i suoi averi, non può essere mio discepolo.