XXXIII del tempo ordinario
XXXIII del tempo ordinario
M Mons. Vincenzo Paglia
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Prima Lettura Mal 3,19-20a | Ecco infatti: sta per venire il giorno rovente come un forno. Allora tutti i superbi e tutti coloro che commettono ingiustizia saranno come paglia; quel giorno, venendo, li brucerà - dice il Signore degli eserciti - fino a non lasciar loro né radice né germoglio. Per voi, che avete timore del mio nome, sorgerà con raggi benefici il sole di giustizia e voi uscirete saltellanti come vitelli dalla stalla.


Salmo Responsoriale

Dal Sal 97(98)

R. Il Signore giudicherà il mondo con giustizia.

Cantate inni al Signore con la cetra,
con la cetra e al suono di strumenti a corde;
con le trombe e al suono del corno
acclamate davanti al re, il Signore. R.
 
Risuoni il mare e quanto racchiude,
il mondo e i suoi abitanti.
I fiumi battano le mani,
esultino insieme le montagne
davanti al Signore che viene a giudicare la terra. R.
 
Giudicherà il mondo con giustizia
e i popoli con rettitudine. R.


Seconda Lettura 2Ts 3,7-12 | Sapete in che modo dovete prenderci a modello: noi infatti non siamo rimasti oziosi in mezzo a voi, né abbiamo mangiato gratuitamente il pane di alcuno, ma abbiamo lavorato duramente, notte e giorno, per non essere di peso ad alcuno di voi. Non che non ne avessimo diritto, ma per darci a voi come modello da imitare. E infatti quando eravamo presso di voi, vi abbiamo sempre dato questa regola: chi non vuole lavorare, neppure mangi. Sentiamo infatti che alcuni fra voi vivono una vita disordinata, senza fare nulla e sempre in agitazione. A questi tali, esortandoli nel Signore Gesù Cristo, ordiniamo di guadagnarsi il pane lavorando con tranquillità.


Vangelo Lc 21,5-19 | Mentre alcuni parlavano del tempio, che era ornato di belle pietre e di doni votivi, disse: "Verranno giorni nei quali, di quello che vedete, non sarà lasciata pietra su pietra che non sarà distrutta". Gli domandarono: "Maestro, quando dunque accadranno queste cose e quale sarà il segno, quando esse staranno per accadere?". Rispose: "Badate di non lasciarvi ingannare. Molti infatti verranno nel mio nome dicendo: 'Sono io', e: 'Il tempo è vicino'. Non andate dietro a loro! Quando sentirete di guerre e di rivoluzioni, non vi terrorizzate, perché prima devono avvenire queste cose, ma non è subito la fine". Poi diceva loro: "Si solleverà nazione contro nazione e regno contro regno, e vi saranno in diversi luoghi terremoti, carestie e pestilenze; vi saranno anche fatti terrificanti e segni grandiosi dal cielo. Ma prima di tutto questo metteranno le mani su di voi e vi perseguiteranno, consegnandovi alle sinagoghe e alle prigioni, trascinandovi davanti a re e governatori, a causa del mio nome. Avrete allora occasione di dare testimonianza. Mettetevi dunque in mente di non preparare prima la vostra difesa; io vi darò parola e sapienza, cosicché tutti i vostri avversari non potranno resistere né controbattere. Sarete traditi perfino dai genitori, dai fratelli, dai parenti e dagli amici, e uccideranno alcuni di voi; sarete odiati da tutti a causa del mio nome. Ma nemmeno un capello del vostro capo andrà perduto. Con la vostra perseveranza salverete la vostra vita."


Il commento di Monsignor Vincenzo Paglia

Mal 3,19-20a; Sal 98 (97); 2Ts 3,7-12; Lc 21,5-19 |

L’anno liturgico sta avviandosi verso la conclusione e la Parola di Dio ci esorta a riflettere sulle «cose ultime», sul «giorno rovente come un forno» che sta per venire, come avverte il profeta Malachia. Anche il brano evangelico di Luca sottolinea il tema della «fine dei tempi». Con il linguaggio tipico dell’epoca Gesù dice: «Si solleverà nazione contro nazione e regno contro regno e vi saranno in diversi luoghi terremoti, carestie e pestilenze; vi saranno anche fatti terrificanti e segni grandiosi nel cielo». E ancora: «Metteranno le mani su di voi e vi perseguiteranno». Sono parole che in verità vediamo realizzarsi anche ai nostri giorni. Gesù non vuole impaurirci. Vuole invece che noi poniamo più attenzione verso il fine a cui la storia tende, verso dove noi siamo diretti. Perché la via possiamo sceglierla solo se sappiamo dove andiamo. Domenica prossima con la festa di Cristo Re la liturgia ci apre lo sguardo sulla fine della storia che avverrà quando Gesù regnerà su tutti e su tutto. In quel giorno, dice ancora Gesù, «tutti i superbi e tutti coloro che commettono ingiustizia saranno come paglia», per i giusti, invece, quel giorno «sorgerà con raggi benefici il sole di giustizia». Questa pagina evangelica scuote la nostra pigrizia e ci invita a rivolgere lo sguardo a Gesù e a essergli accanto per affrettare la venuta del suo regno, ossia di un mondo più fraterno, più solidale, di un mondo che vive nella pace.

Papa Francesco ha voluto che la domenica che precede la festa di Cristo Re fosse dedicata alla festa dei poveri. Tutte le chiese sono invitate ad aprire le porte ai poveri, accogliendoli nella santa liturgia e offrendo loro un pranzo, al termine della messa, come il papa fa nella basilica di San Pietro. Si mostra così che l’amore per i poveri non è sul piano del buon gesto di carità fatto a chi è fuori della comunità. Questa festa mostra il senso teologico dell’amore per i poveri. È a dire che il rapporto con loro è quello di sentirli dentro la Chiesa, fratelli e sorelle. Anzi, sono la presenza di Cristo stesso tra noi. Così del resto sono considerati nelle pagine evangeliche. Questa festa ci aiuta a comprendere meglio quel che nel Vangelo più volte viene detto sul regno di Dio, dove il re è Cristo. Basta leggere la prima delle beatitudini: «Beati i poveri, perché di essi è il regno dei cieli». E ancora: il regno dei cieli è simile a un banchetto preparato dal Signore al quale sono invitati i poveri. E l’insegnamento è chiaro: il legame tra l’altare dell’Eucaristia e la mensa dei poveri, due altari inseparabili, due culti inscindibili. E si assiste al miracolo di una amicizia straordinaria tra i discepoli di Gesù e i poveri, anche questi ultimi di Gesù. È l’immagine di quella fraternità universale che non conosce né barriere né confini che il Vangelo è venuto a realizzare.