L’invio dei settantadue
L’invio dei settantadue
M Mons. Vincenzo Paglia
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Lettura 2Tm 4,10-17 | Perché Dema mi ha abbandonato, avendo preferito le cose di questo mondo, ed è partito per Tessalònica; Crescente è andato in Galazia, Tito in Dalmazia. Solo Luca è con me. Prendi con te Marco e portalo, perché mi sarà utile per il ministero. Ho inviato Tìchico a Èfeso. Venendo, portami il mantello, che ho lasciato a Tròade in casa di Carpo, e i libri, soprattutto le pergamene. Alessandro, il fabbro, mi ha procurato molti danni: il Signore gli renderà secondo le sue opere. Anche tu guàrdati da lui, perché si è accanito contro la nostra predicazione. Nella mia prima difesa in tribunale nessuno mi ha assistito; tutti mi hanno abbandonato. Nei loro confronti, non se ne tenga conto. Il Signore però mi è stato vicino e mi ha dato forza, perché io potessi portare a compimento l'annuncio del Vangelo e tutte le genti lo ascoltassero: e così fui liberato dalla bocca del leone.


Il commento di Monsignor Vincenzo Paglia

Luca 10,1-9 | Oggi la Chiesa fa memoria di Luca, l’autore del terzo Vangelo e degli Atti degli Apostoli. Una tradizione vuole che fosse tra i settantadue. In effetti la sua figura e il suo Vangelo sono caratterizzati da un grande slancio missionario. Luca sarà tra i compagni e i col-laboratori di Paolo nei suoi viaggi missionari, e da subito inizierà a raccogliere le testimonianze dei discepoli che avevano vissuto con Gesù redigendo in maniera accurata queste memorie nel Vangelo che porta il suo nome e negli Atti degli Apostoli. In questo brano allora ritroviamo tutto lo sguardo fiducioso di Gesù verso il mondo: una messe matura che il Signore desidera sia colta, perché nulla della vita degli uomini vada perduto. La visione di Gesù non è lo sguardo ingenuo di chi non conosce il male, ma la visione chiara e coraggiosa di chi conosce la forza dell’amore e sa che nel cuore di ognuno e nel cuore stesso del mondo è nascosto un frutto abbondante di vita che potrà maturare. Il primo mandato del Signore è di pregare. E la preghiera è anche disponibilità a lasciarsi coinvolgere nell’opera di Dio, noi che siamo stati raccolti come un frutto dalle mani del Signore che ci ha scelti e chiamati. Gesù dice: andate! Co-me Gesù anche i discepoli camminano con uno scopo preciso e una meta. Non sono vagabondi ma inviati che si muovono liberi, sen-za pesi, bagagli ingombranti di cose e di idee, pregiudizi: «Non passate di casa in casa e non salutate nessuno lungo la strada». I discepoli come Gesù vanno ovunque; non scelgono il luogo in base a criteri di utilità. Vanno e si fanno vicini a chi incontrano con semplicità e simpatia, offrendo l’annuncio del Vangelo, testimoniandolo con le opere, lottando contro il male, offrendo a tutti la medicina dell’amore. «Ecco: io vi mando come agnelli in mezzo ai lupi». I discepoli del Signore non possono accettare la logica del mondo, la logica della forza, della violenza, che appartiene al lupo più che all’agnello. Ogni discepolo è chiama-to a essere come un agnello per manifestare la potenza dell’amore che salva e libera da ogni male. E sentiamo quanto in un mondo segnato da tanta violenza, in cui gli uomini sono tentati da una logica di potere e di contrapposizione, dall’abitudine a rispondere al male con il male, ci sia invece bisogno di questo Vangelo che trasforma i cuori dei lupi in agnelli. Proprio quando la luce del regno sembra più lontana, la preghiera, la speranza e l’amore dei discepoli lo rendono vicino e presente.


Salmo Responsoriale

Dal Sal 144 (145)

R. I tuoi santi, Signore, dicano la gloria del tuo regno.

Ti lodino, Signore, tutte le tue opere
e ti benedicano i tuoi fedeli.
Dicano la gloria del tuo regno
e parlino della tua potenza. R.
 
Per far conoscere agli uomini le tue imprese
e la splendida gloria del tuo regno.
Il tuo regno è un regno eterno,
il tuo dominio si estende per tutte le generazioni. R.
 
Giusto è il Signore in tutte le sue vie
e buono in tutte le sue opere.
Il Signore è vicino a chiunque lo invoca,
a quanti lo invocano con sincerità. R.


Vangelo Lc 10,1-9 | Dopo questi fatti il Signore designò altri settantadue e li inviò a due a due davanti a sé in ogni città e luogo dove stava per recarsi. Diceva loro: "La messe è abbondante, ma sono pochi gli operai! Pregate dunque il signore della messe, perché mandi operai nella sua messe! Andate: ecco, vi mando come agnelli in mezzo a lupi; non portate borsa, né sacca, né sandali e non fermatevi a salutare nessuno lungo la strada. In qualunque casa entriate, prima dite: "Pace a questa casa!". Se vi sarà un figlio della pace, la vostra pace scenderà su di lui, altrimenti ritornerà su di voi. Restate in quella casa, mangiando e bevendo di quello che hanno, perché chi lavora ha diritto alla sua ricompensa. Non passate da una casa all'altra. Quando entrerete in una città e vi accoglieranno, mangiate quello che vi sarà offerto, guarite i malati che vi si trovano, e dite loro: "È vicino a voi il regno di Dio".