Dio raduna coloro che sono morti
Dio raduna coloro che sono morti
M Mons. Vincenzo Paglia
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Lettura 1Ts 4,13-18 | Non vogliamo, fratelli, lasciarvi nell'ignoranza a proposito di quelli che sono morti, perché non siate tristi come gli altri che non hanno speranza. Se infatti crediamo che Gesù è morto e risorto, così anche Dio, per mezzo di Gesù, radunerà con lui coloro che sono morti. Sulla parola del Signore infatti vi diciamo questo: noi, che viviamo e che saremo ancora in vita alla venuta del Signore, non avremo alcuna precedenza su quelli che sono morti. Perché il Signore stesso, a un ordine, alla voce dell'arcangelo e al suono della tromba di Dio, discenderà dal cielo. E prima risorgeranno i morti in Cristo; quindi noi, che viviamo e che saremo ancora in vita, verremo rapiti insieme con loro nelle nubi, per andare incontro al Signore in alto, e così per sempre saremo con il Signore. Confortatevi dunque a vicenda con queste parole.


Il commento di Monsignor Vincenzo Paglia

1 Tessalonicesi 4, 13-18  | Paolo, dopo aver esortato i Tessalonicesi a comportarsi in maniera degna della vocazione che hanno ricevuto, parla del destino dei defunti. Non è bene restare nell’incertezza come lo sono coloro che non credono. Evidentemente c’era un clima di tristezza che appannava la speranza dei Tessalonicesi. Paolo li esorta a nuovi sentimenti: come non ci rattristiamo per la nostra morte perché sappiamo che risorgeremo, così non dobbiamo “affliggerci” per coloro che sono già morti. Anch’essi risorgeranno. Il dolore per la morte dei nostri cari non deve lasciarci nella disperazione. La speranza cristiana non si fonda su teorie filosofiche, ma sulla certezza della risurrezione di Gesù. È quanto ci hanno trasmesso gli apostoli nella predicazione dopo esserne stati testimoni: “colui che era morto” viveva in mezzo a loro realmente, in carne ed ossa, sebbene in maniera spirituale. Tutto ciò non fa parte della natura e vi si accede solo per fede. Dal mistero della risurrezione di Gesù si passa anche alla nostra risurrezione e a quella di coloro che ci hanno preceduto. Ai Filippesi scrive: noi aspettiamo dal cielo “il Signore Gesù Cristo, il quale trasfigurerà il nostro misero corpo per conformarlo al suo corpo glorioso, in virtù del potere che egli ha di sottomettere a sé tutte le cose” (Fil 3,21). La creazione sarà quindi liberata dalla “schiavitù della corruzione” (Rm 8,21) e noi avremo un “corpo spirituale” (animato dallo Spirito Santo) (1 Cor 15,44). Tutti, sia chi è ancora su questa terra sia chi è già morto, troviamo la speranza nella risurrezione di Gesù. Forse qualcuno tra i Tessalonicesi pensava che chi era già morto non avrebbe partecipato alla parusia che i Tessalonicesi peraltro pensavano stesse per arrivare. Paolo chiarisce che la risurrezione dei morti riguarda tutti i credenti. Il “secondo” ritorno del Cristo risorto non sarà altro che la piena manifestazione della Pasqua già avvenuta. L’“ordine” dell’eternità, che è Cristo stesso, riguarda prima coloro che sono già morti. In seguito “noi, che viviamo e che saremo ancora in vita, verremo rapiti insieme con loro nelle nubi, per andare incontro al Signore in alto”, ossia trasferiti nel cielo stesso di Dio. E “così saremo sempre col Signore” (4,17). Paolo non dice nulla sulla tragica fine del mondo e del peccato, ma neppure del nuovo mondo e della nuova esistenza. Perché la fine e il fine della storia avverrà quando tutti saremo con Cristo. Paolo ci esorta a consolarci con queste parole. Il futuro è già iniziato con la risurrezione di Cristo.


Salmo Responsoriale

Dal Sal 95(96)

R. Il Signore viene a giudicare la terra.

Cantate al Signore un canto nuovo,
cantate al Signore, uomini di tutta la terra.
In mezzo alle genti narrate la sua gloria,
a tutti i popoli dite le sue meraviglie. R.

Grande è il Signore e degno di ogni lode,
terribile sopra tutti gli dèi.
Tutti gli dèi dei popoli sono un nulla,
il Signore invece ha fatto i cieli. R.

Gioiscano i cieli, esulti la terra,
risuoni il mare e quanto racchiude;
sia in festa la campagna e quanto contiene,
acclamino tutti gli alberi della foresta. R.

Davanti al Signore che viene:
sì, egli viene a giudicare la terra;
giudicherà il mondo con giustizia
e nella sua fedeltà i popoli. R.


Vangelo Lc 4,16-30 | Venne a Nàzaret, dove era cresciuto, e secondo il suo solito, di sabato, entrò nella sinagoga e si alzò a leggere. Gli fu dato il rotolo del profeta Isaia; aprì il rotolo e trovò il passo dove era scritto: "Lo Spirito del Signore è sopra di me; per questo mi ha consacrato con l'unzione e mi ha mandato a portare ai poveri il lieto annuncio, a proclamare ai prigionieri la liberazione e ai ciechi la vista; a rimettere in libertà gli oppressi, a proclamare l'anno di grazia del Signore." Riavvolse il rotolo, lo riconsegnò all'inserviente e sedette. Nella sinagoga, gli occhi di tutti erano fissi su di lui. Allora cominciò a dire loro: "Oggi si è compiuta questa Scrittura che voi avete ascoltato." Tutti gli davano testimonianza ed erano meravigliati delle parole di grazia che uscivano dalla sua bocca e dicevano: "Non è costui il figlio di Giuseppe?" Ma egli rispose loro: "Certamente voi mi citerete questo proverbio: "Medico, cura te stesso. Quanto abbiamo udito che accadde a Cafàrnao, fallo anche qui, nella tua patria!" Poi aggiunse: "In verità io vi dico: nessun profeta è bene accetto nella sua patria. Anzi, in verità io vi dico: c'erano molte vedove in Israele al tempo di Elia, quando il cielo fu chiuso per tre anni e sei mesi e ci fu una grande carestia in tutto il paese; ma a nessuna di esse fu mandato Elia, se non a una vedova a Sarepta di Sidone. C'erano molti lebbrosi in Israele al tempo del profeta Eliseo; ma nessuno di loro fu purificato, se non Naamàn, il Siro." All'udire queste cose, tutti nella sinagoga si riempirono di sdegno. Si alzarono e lo cacciarono fuori della città e lo condussero fin sul ciglio del monte, sul quale era costruita la loro città, per gettarlo giù. Ma egli, passando in mezzo a loro, si mise in cammino.