Dio non abbandona il suo popolo
Dio non abbandona il suo popolo
M Mons. Vincenzo Paglia
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Lettura Esd 9,5-9 | "All'offerta della sera mi alzai dal mio stato di prostrazione e, con il vestito e il mantello laceri, caddi in ginocchio e stesi le mani al Signore, mio Dio, e dissi: 'Mio Dio, sono confuso, ho vergogna di alzare la faccia verso di te, mio Dio, poiché le nostre iniquità si sono moltiplicate fin sopra la nostra testa; la nostra colpa è grande fino al cielo. Dai giorni dei nostri padri fino ad oggi noi siamo stati molto colpevoli, e per le nostre colpe noi, i nostri re, i nostri sacerdoti siamo stati messi in potere di re stranieri, in preda alla spada, alla prigionia, alla rapina, al disonore, come avviene oggi. Ma ora, per un po' di tempo, il Signore, nostro Dio, ci ha fatto una grazia: di lasciarci un resto e darci un asilo nel suo luogo santo, e così il nostro Dio ha fatto brillare i nostri occhi e ci ha dato un po' di sollievo nella nostra schiavitù. Infatti noi siamo schiavi; ma nella nostra schiavitù il nostro Dio non ci ha abbandonati: ci ha resi graditi ai re di Persia, per conservarci la vita ed erigere il tempio del nostro Dio e restaurare le sue rovine, e darci un riparo in Giuda e a Gerusalemme."


Il commento di Monsignor Vincenzo Paglia

Esdra 9,5-9 | L’esilio, con il quale Israele venne privato della terra, fu la conseguenza del tradimento dell’alleanza. Così accadde anche ai tempi di Esdra, il quale mostrò la confusione di chi scopre l’infedeltà del popolo. L’uomo di Dio si accorge della vergogna non solo del suo peccato, ma anche di quello del suo popolo: «…ho vergogna di alzare la faccia verso di te, mio Dio, poiché le nostre iniquità si sono moltiplicate fin sopra la nostra testa; la nostra colpa è grande fino al cielo». La coscienza del peccato è un aspetto essenziale dell’uomo di fede: non c’è salvezza senza la coscienza del male compiuto e del proprio peccato, come anche del bisogno di essere salvati. Nessuno si salva da solo. La preghiera nasce proprio da questa consapevolezza – la coscienza della propria insufficienza e la coscienza del peccato – che accompagna quotidianamente la vita del credente. Esdra ci mostra la necessità di rientrare in noi stessi e di scoprire la nostra pochezza, riconoscendo l’amore che Dio ci dona gratuitamente. L’amore di Dio è più grande del nostro peccato, ma chiede a ognuno l’umiltà di riconoscerlo, lasciando da parte le innumerevoli giustificazioni che normalmente accampiamo per giustificarci. Esdra sa che Dio ha lasciato almeno un resto tra il suo popolo, i sopravvissuti dalla deportazione, che sono davanti a lui con le loro mancanze (v. 15).


Salmo Responsoriale

Da Tb13

R. Benedetto Dio che vive in eterno.

Benedetto Dio che vive in eterno,
benedetto il suo regno;
egli castiga e ha compassione. R.
 
Fa scendere agli inferi, nelle profondità della terra,
e fa risalire dalla grande perdizione:
nessuno sfugge alla sua mano. R.
 
Lodatelo, figli d’Israele, davanti alle nazioni,
perché in mezzo ad esse egli vi ha disperso
e qui vi ha fatto vedere la sua grandezza. R.
 
Date gloria a lui davanti a ogni vivente,
poiché è lui il nostro Signore, il nostro Dio,
lui il nostro Padre, Dio per tutti i secoli. R.
 
Vi castiga per le vostre iniquità,
ma avrà compassione di tutti voi
e vi radunerà da tutte le nazioni,
fra le quali siete stati dispersi. R.


Vangelo Lc 9,1-6 | "Convocò i Dodici e diede loro forza e potere su tutti i demòni e di guarire le malattie. E li mandò ad annunciare il regno di Dio e a guarire gli infermi. Disse loro: 'Non prendete nulla per il viaggio, né bastone, né sacca, né pane, né denaro, e non portatevi due tuniche. In qualunque casa entriate, rimanete là, e di là poi ripartite. Quanto a coloro che non vi accolgono, uscite dalla loro città e scuotete la polvere dai vostri piedi come testimonianza contro di loro'. Allora essi uscirono e giravano di villaggio in villaggio, ovunque annunciando la buona notizia e operando guarigioni."