Epifania del Signore
Epifania del Signore
M Mons. Vincenzo Paglia
00:00
03:23

Prima Lettura Is 60,1-6 | Àlzati, rivestiti di luce, perché viene la tua luce, la gloria del Signore brilla sopra di te. Poiché, ecco, la tenebra ricopre la terra, nebbia fitta avvolge i popoli; ma su di te risplende il Signore, la sua gloria appare su di te. Cammineranno le genti alla tua luce, i re allo splendore del tuo sorgere. Alza gli occhi intorno e guarda: tutti costoro si sono radunati, vengono a te. I tuoi figli vengono da lontano, le tue figlie sono portate in braccio. Allora guarderai e sarai raggiante, palpiterà e si dilaterà il tuo cuore, perché l’abbondanza del mare si riverserà su di te, verrà a te la ricchezza delle genti. Uno stuolo di cammelli ti invaderà, dromedari di Madian e di Efa, tutti verranno da Saba, portando oro e incenso e proclamando le glorie del Signore.


Salmo Responsoriale

Dal Sal 71(72)

R. Ti adoreranno, Signore, tutti i popoli della terra.

O Dio, affida al re il tuo diritto,
al figlio di re la tua giustizia;
egli giudichi il tuo popolo secondo giustizia
e i tuoi poveri secondo il diritto. R.

Nei suoi giorni fiorisca il giusto
e abbondi la pace,
finché non si spenga la luna.
E dòmini da mare a mare,
dal fiume sino ai confini della terra. R.

I re di Tarsis e delle isole portino tributi,
i re di Saba e di Seba offrano doni.
Tutti i re si prostrino a lui,
lo servano tutte le genti. R.

Perché egli libererà il misero che invoca
e il povero che non trova aiuto.
Abbia pietà del debole e del misero
e salvi la vita dei miseri. R.


Seconda Lettura Ef 3,2-3.5-6 | Penso che abbiate sentito parlare del ministero della grazia di Dio, a me affidato a vostro favore: per rivelazione mi è stato fatto conoscere il mistero, di cui vi ho già scritto brevemente. Esso non è stato manifestato agli uomini delle precedenti generazioni come ora è stato rivelato ai suoi santi apostoli e profeti per mezzo dello Spirito: che le genti sono chiamate, in Cristo Gesù, a condividere la stessa eredità, a formare lo stesso corpo e ad essere partecipi della stessa promessa per mezzo del Vangelo


Vangelo Mt 2,1-12 | Nato Gesù a Betlemme di Giudea, al tempo del re Erode, ecco, alcuni Magi vennero da oriente a Gerusalemme e dicevano: ‘Dov’è colui che è nato, il re dei Giudei? Abbiamo visto spuntare la sua stella e siamo venuti ad adorarlo’. All’udire questo, il re Erode restò turbato e con lui tutta Gerusalemme. Riuniti tutti i capi dei sacerdoti e gli scribi del popolo, si informava da loro sul luogo in cui doveva nascere il Cristo. Gli risposero: ‘A Betlemme di Giudea, perché così è scritto per mezzo del profeta: E tu, Betlemme, terra di Giuda, non sei davvero l’ultima delle città principali di Giuda: da te infatti uscirà un capo che sarà il pastore del mio popolo, Israele’. Allora Erode, chiamati segretamente i Magi, si fece dire da loro con esattezza il tempo in cui era apparsa la stella e li inviò a Betlemme dicendo: ‘Andate e informatevi accuratamente sul bambino e, quando l’avrete trovato, fatemelo sapere, perché anch’io venga ad adorarlo’. Udito il re, essi partirono. Ed ecco, la stella, che avevano visto spuntare, li precedeva, finché giunse e si fermò sopra il luogo dove si trovava il bambino. Al vedere la stella, provarono una gioia grandissima. Entrati nella casa, videro il bambino con Maria sua madre, si prostrarono e lo adorarono. Poi aprirono i loro scrigni e gli offrirono in dono oro, incenso e mirra. Avvertiti in sogno di non tornare da Erode, per un’altra strada fecero ritorno al loro paese.


Il commento di Monsignor Vincenzo Paglia

Is 60,1-6; Sal 72(71); Ef 3,2-3a.5-6; Mt 2,1-12 | «Alza gli occhi intorno e guarda: tutti costoro si sono radunati, vengono a te. I tuoi figli vengono da lontano, le tue figlie sono portate in braccio». Queste parole del profeta aprono la festa dell’Epifania, considerata in Occidente come la festa di Dio che si mostra alle genti. C’è come un’ansia di universalità e assieme di urgenza che percorre questo giorno: è il desiderio profondo della Chiesa che i popoli e le nazioni della terra possano presto incontrare Gesù. Del resto, nel fondo del cuore di ogni uomo, c’è una nostalgia di Dio. Non è forse questa nostalgia che spinse i magi a mettersi in viaggio e a chiedere ad Erode: «Abbiamo visto spuntare la sua stella e siamo venuti ad adorarlo». Erano uomini di regioni lontane, ricchi e intellettuali, che si erano incamminati dall’Oriente verso la terra d’Israele per adorare il “re” che era nato. Anche i magi, come i pastori, scrutarono il cielo. Probabilmente attendevano un mondo diverso, più giusto, e alzarono lo sguardo in alto e videro una “stella”.

Oggi ci esortano a riscoprire la gioia di dipendere dalla stella, dal Vangelo, dalla parola del Signore, come dice il salmo: «Lampada per i miei passi è la tua parola» (119,105). Questa luce ci guida verso il Bambino. Senza ascoltare e affidarsi al Vangelo non è possibile incontrare Gesù. I magi si affidarono alla stella e giunsero sino al luogo ove si trovava Gesù: qui «videro il bambino con Maria sua madre, si prostrarono e lo adorarono». Quel gesto era la cosa più vera. Assieme a Maria, a Giuseppe e ai pastori, anche i magi capirono che la salvezza consiste nell’accogliere nel proprio cuore quel Bambino e, con lui, tutti i deboli e indifesi anche di oggi.

Ben diversa fu la reazione di Erode e degli abitanti di Gerusalemme. Appena seppero del Bambino non sentirono gioia come i magi o i pastori; al contrario, tutti si turbarono ed Erode lo fu a tal punto da deciderne la morte. Sono i magi ora a salvare il Bambino e a sottrarlo alla ferocia di Erode. Quei sapienti, per un’altra strada, fecero ritorno al loro paese, nota l’evangelista. Del resto, quando si incontra il Signore e lo si accoglie nel cuore, non si è più come prima e non si può più percorrere la strada di sempre. Si cambia la vita e con essa anche i comportamenti. I magi sono oggi avanti a noi per guidarci verso le tante mangiatoie di questo mondo ove giacciono i piccoli e i deboli. Beati noi se con i pastori e con i magi ci facciamo pellegrini verso quel Bambino (oggi è un numero enorme di poveri) e con affetto ci prendiamo cura di lui. In verità, sarà lui a prendersi cura di noi.