Mettete alla prova gli spiriti, per saggiare se provengono da Dio
Mettete alla prova gli spiriti, per saggiare se provengono da Dio
M Mons. Vincenzo Paglia
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Lettura 1Gv 3,22–4,6 | E qualunque cosa chiediamo, la riceviamo da lui, perché osserviamo i suoi comandamenti e facciamo quello che gli è gradito. Questo è il suo comandamento: che crediamo nel nome del Figlio suo Gesù Cristo e ci amiamo gli uni gli altri, secondo il precetto che ci ha dato. Chi osserva i suoi comandamenti rimane in Dio e Dio in lui. In questo conosciamo che egli rimane in noi: dallo Spirito che ci ha dato. Carissimi, non prestate fede ad ogni spirito, ma mettete alla prova gli spiriti, per saggiare se provengono veramente da Dio, perché molti falsi profeti sono venuti nel mondo. In questo potete riconoscere lo Spirito di Dio: ogni spirito che riconosce Gesù Cristo venuto nella carne, è da Dio; ogni spirito che non riconosce Gesù, non è da Dio. Questo è lo spirito dell’anticristo che, come avete udito, viene, anzi è già nel mondo. Voi siete da Dio, figlioli, e avete vinto costoro, perché colui che è in voi è più grande di colui che è nel mondo. Essi sono del mondo, perciò insegnano cose del mondo e il mondo li ascolta. Noi siamo da Dio: chi conosce Dio ascolta noi; chi non è da Dio non ci ascolta. Da questo noi distinguiamo lo spirito della verità e lo spirito dell’errore.


Il commento di Monsignor Vincenzo Paglia

1Giovanni 3,22–4,6 | Giovanni – la tradizione attribuisce la Lettera all’apostolo -  riassume la vita del credente: è colui che si affida a Dio e al Figlio, Gesù che ha inviato sulla terra. Lo Spirito d’amore che il Padre e il Figlio hanno riversato nel cuore dei discepoli li guiderà ad amarsi gli uni gli altri: «In questo conosciamo che egli rimane in noi: dallo Spirito che ci ha dato». Rimanere in Gesù di Nazareth è la discriminante del cristiano: «Ogni spirito che riconosce Gesù Cristo venuto nella carne, è da Dio; ogni spirito che non riconosce Gesù, non è da Dio». Con il termine «carne» l’apostolo intende parlare della “debolezza” propria della condizione umana, della nostra innata fragilità, che Gesù ha voluto assumere fino in fondo per redimerla. È davvero grande l’amore di Dio per gli uomini: si è fatto debole con noi che siamo deboli, per condurci alla salvezza. La scelta della debolezza della carne suona di scandalo a chi pensa che la salvezza dipenda dalla forza dell’uomo, dal suo essere potente in questo mondo, dall’avere ricchezze, dall’essere autosufficienti senza bisogno dell’aiuto di nessuno, neppure di Dio. Gesù ci ha salvati dall’alto della estrema debolezza della croce. La croce di Gesù è divenuta fonte di vita e di salvezza per tutti. I cristiani, accogliendola, apprendono ad amare come Gesù stesso ha amato: dare la propria vita per gli altri, fino alla fine.


Salmo Responsoriale

Dal Sal 2

R. Il Padre ha dato al Figlio il regno di tutti i popoli.

Voglio annunciare il decreto del Signore.
Egli mi ha detto: «Tu sei mio figlio,
io oggi ti ho generato.
Chiedimi e ti darò in eredità le genti
e in tuo dominio le terre più lontane». R.

E ora, siate saggi, o sovrani;
lasciatevi correggere, o giudici della terra;
servite il Signore con timore
e rallegratevi con tremore. R.


Vangelo Mt 4,12-17.23-25 | Quando Gesù seppe che Giovanni era stato arrestato, si ritirò nella Galilea, lasciò Nàzaret e andò ad abitare a Cafàrnao, sulla riva del mare, nel territorio di Zàbulon e di Nèftali, perché si compisse ciò che era stato detto per mezzo del profeta Isaia: Terra di Zàbulon e terra di Nèftali, sulla via del mare, oltre il Giordano, Galilea delle genti! Il popolo che abitava nelle tenebre vide una grande luce, per quelli che abitavano in regione e ombra di morte una luce è sorta. Da allora Gesù cominciò a predicare e a dire: ‘Convertitevi, perché il regno dei cieli è vicino’. Gesù percorreva tutta la Galilea, insegnando nelle loro sinagoghe, annunciando il vangelo del Regno e guarendo ogni sorta di malattie e di infermità nel popolo. La sua fama si diffuse per tutta la Siria e conducevano a lui tutti i malati, tormentati da varie malattie e dolori, indemoniati, epilettici e paralitici; ed egli li guarì. Grandi folle cominciarono a seguirlo dalla Galilea, dalla Decàpoli, da Gerusalemme, dalla Giudea e da oltre il Giordano.