Il sacrificio di Gesù è unico e irripetibile
Il sacrificio di Gesù è unico e irripetibile
M Mons. Vincenzo Paglia
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Lettura Eb 7,1-3.15-17 | Questo Melchìsedek infatti, re di Salem, sacerdote del Dio altissimo, andò incontro ad Abramo mentre ritornava dall'avere sconfitto i re e lo benedisse; a lui Abramo diede la decima di ogni cosa. Anzitutto il suo nome significa "re di giustizia"; poi è anche re di Salem, cioè "re di pace". Egli, senza padre, senza madre, senza genealogia, senza principio di giorni né fine di vita, fatto simile al Figlio di Dio, rimane sacerdote per sempre. Ciò risulta ancora più evidente dal momento che sorge, a somiglianza di Melchìsedek, un sacerdote differente, il quale non è diventato tale secondo una legge prescritta dagli uomini, ma per la potenza di una vita indistruttibile. Gli è resa infatti questa testimonianza: Tu sei sacerdote per sempre secondo l'ordine di Melchìsedek.

Il commento di Monsignor Vincenzo Paglia

Ebrei 7,1-3.15-17 | L’autore della Lettera vuole mostrare che il sacerdozio di Gesù è legato a quello di Melchisedek piuttosto che a quello levitico che si richiamava ad Aronne e alla sua discendenza. Nei versetti 4-14 si spiega il rapporto di Gesù con Melchisedek e non con Aronne. Melchisedek è «re di giustizia» (sedeq in ebraico significa giustizia) ed anche «re di Salem» (Gerusalemme), cioè re di pace. Viene presentato come un personaggio “altro” rispetto alla storia di Israele, antesignano delle promesse di Dio e del sacerdozio stesso di Cristo. Gesù – vuole sottolineare l’autore della Lettera - rappresenta un «sacerdote differente» (v. 15) da quello di Israele che si richiama ad Aronne. Il sacerdozio di Gesù è un sacerdozio perenne, perché realizzato non secondo una discendenza umana, ma divina, come canta il Salmo 110: «Sacerdote per sempre al modo di Melchisedek». Gesù è il sacerdote dell’umanità, sacerdote universale, venuto per l’intera umanità. Tutti i popoli sono inscritti in questo sacerdozio: chiunque viene immerso (battezzato) in Cristo diviene «sacerdote, re e profeta». E assieme diventiamo un popolo di sacerdoti, re e profeti in virtù dell’unico sacrificio di Cristo che ci ha resi partecipi della sua stessa vita divina. Alla comunione dei fratelli e sorelle del popolo santo che Dio si è acquistato sono affidate le promesse stesse di Dio per i popoli della terra: sacerdoti, perché strumenti di comunione con la vita divina che con il battesimo è entrata in noi; re, perché riceviamo la forza regale del Signore mediante la sua grazia; profeti, chiamati a comunicare la gioia del Vangelo di Cristo morto e risorto per noi.


Salmo Responsoriale

Dal Sal 109(110)

R. Tu sei sacerdote per sempre, Cristo Signore.

Oracolo del Signore al mio signore:
«Siedi alla mia destra
finché io ponga i tuoi nemici
a sgabello dei tuoi piedi». R.
 
Lo scettro del tuo potere
stende il Signore da Sion:
domina in mezzo ai tuoi nemici. R.
 
A te il principato
nel giorno della tua potenza
tra santi splendori;
dal seno dell'aurora,
come rugiada, io ti ho generato. R.
 
Il Signore ha giurato e non si pente:
«Tu sei sacerdote per sempre
al modo di Melchìsedek». R.


Vangelo Mc 3,1-6 | Entrò di nuovo nella sinagoga. Vi era lì un uomo che aveva una mano paralizzata, e stavano a vedere se lo guariva in giorno di sabato, per accusarlo. Egli disse all'uomo che aveva la mano paralizzata: "Àlzati, vieni qui in mezzo!". Poi domandò loro: "È lecito in giorno di sabato fare del bene o fare del male, salvare una vita o ucciderla?". Ma essi tacevano. E guardandoli tutt'intorno con indignazione, rattristato per la durezza dei loro cuori, disse all'uomo: "Tendi la mano!". Egli la tese e la sua mano fu guarita. E i farisei uscirono subito con gli erodiani e tennero consiglio contro di lui per farlo morire.