Il nuovo sacerdozio in un nuovo santuario
Il nuovo sacerdozio in un nuovo santuario
M Mons. Vincenzo Paglia
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Lettura Eb 7,25–8,6 | Perciò può salvare perfettamente quelli che per mezzo di lui si avvicinano a Dio: egli infatti è sempre vivo per intercedere a loro favore. Questo era il sommo sacerdote che ci occorreva: santo, innocente, senza macchia, separato dai peccatori ed elevato sopra i cieli. Egli non ha bisogno, come i sommi sacerdoti, di offrire sacrifici ogni giorno, prima per i propri peccati e poi per quelli del popolo: lo ha fatto una volta per tutte, offrendo se stesso. La Legge infatti costituisce sommi sacerdoti uomini soggetti a debolezza; ma la parola del giuramento, posteriore alla Legge, costituisce sacerdote il Figlio, reso perfetto per sempre.

Il punto capitale delle cose che stiamo dicendo è questo: noi abbiamo un sommo sacerdote così grande che si è assiso alla destra del trono della Maestà nei cieli, ministro del santuario e della vera tenda, che il Signore, e non un uomo, ha costruito. Ogni sommo sacerdote, infatti, viene costituito per offrire doni e sacrifici: di qui la necessità che anche Gesù abbia qualcosa da offrire. Se egli fosse sulla terra, non sarebbe neppure sacerdote, poiché vi sono quelli che offrono i doni secondo la Legge. Questi offrono un culto che è immagine e ombra delle realtà celesti, secondo quanto fu dichiarato da Dio a Mosè, quando stava per costruire la tenda: "Guarda - disse - di fare ogni cosa secondo il modello che ti è stato mostrato sul monte. Ora invece egli ha avuto un ministero tanto più eccellente quanto migliore è l'alleanza di cui è mediatore, perché è fondata su migliori promesse.


Il commento di Monsignor Vincenzo Paglia

Ebrei 7,25–8,6 | “Noi abbiamo un sommo sacerdote così grande che si è assiso alla destra del trono della maestà nei cieli, ministro del santuario e della vera tenda che il Signore, e non un uomo, ha costruito”. Siamo nel cuore della fede cristiana: Gesù ha offerto la sua vita per noi, vittima innocente, unico sacrificio, attraverso il quale si è costituito mediatore tra Dio e gli uomini. Attraverso di lui noi possiamo essere perdonati ed entrare in comunione con Dio e vivere nell’alleanza con il Signore. Con la sua morte e risurrezione ha dato inizio alla pienezza del Regno, il tempo della salvezza piena. Con la liturgia eucaristica siamo resi tutti partecipi del grande mistero della salvezza del mondo. La celebrazione dell’Eucarestia attualizza ogni volta la sua morte e risurrezione mentre noi veniamo costituiti nuovamente come il suo popolo, la sua comunità. Si comprende così la centralità della liturgia eucaristica della domenica, nella quale veniamo rigenerati a vita nuova e costituiti come Corpo di Cristo. Non solo; la creazione stessa viene coinvolta nel tempo finale. Come il sabato ebraico viene visto nel libro della Genesi quale compimento della creazione, così la domenica dei cristiani compie la nuova creazione, quella instaurata dalla morte e risurrezione del Signore. Certo, oggi essa è per noi e per la creazione un compimento parziale, perché solo in Cristo Gesù è vinta la morte e la corruzione. Infatti, attendiamo con speranza il compimento definitivo, quando «non vi sarà più la morte né lutto né lamento né affanno, perché le cose di prima sono passate» (Ap 21,4). Per questo tutti abbiamo bisogno di questo sommo sacerdote secondo l’ordine di Melchisedek, perché continui a offrire la sua vita per noi, donandoci il suo pane, facendosi cibo in quella Parola che diventa pane e cibo di vita eterna.


Salmo Responsoriale

Dal Sal 39(40)

R. Ecco, Signore, io vengo per fare la tua volontà.

Sacrificio e offerta non gradisci,
gli orecchi mi hai aperto,
non hai chiesto olocausto né sacrificio per il peccato.
Allora ho detto: «Ecco, io vengo». R.
 
«Nel rotolo del libro su di me è scritto
di fare la tua volontà:
mio Dio, questo io desidero;
la tua legge è nel mio intimo». R.
 
Ho annunciato la tua giustizia
nella grande assemblea;
vedi: non tengo chiuse le labbra,
Signore, tu lo sai. R.
 
Esultino e gioiscano in te
quelli che ti cercano;
dicano sempre: «Il Signore è grande!»
quelli che amano la tua salvezza. R.


Vangelo Mc 3,7-12 | Gesù, intanto, con i suoi discepoli si ritirò presso il mare e lo seguì molta folla dalla Galilea. Dalla Giudea e da Gerusalemme, dall'Idumea e da oltre il Giordano e dalle parti di Tiro e Sidone, una grande folla, sentendo quanto faceva, andò da lui. Allora egli disse ai suoi discepoli di tenergli pronta una barca, a causa della folla, perché non lo schiacciassero. Infatti aveva guarito molti, cosicché quanti avevano qualche male si gettavano su di lui per toccarlo. Gli spiriti impuri, quando lo vedevano, cadevano ai suoi piedi e gridavano: "Tu sei il Figlio di Dio!". Ma egli imponeva loro severamente di non svelare chi egli fosse.