In quel giorno i ciechi vedranno
In quel giorno i ciechi vedranno
M Mons. Vincenzo Paglia
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Lettura Is 29,17-24 | Certo, ancora un po’ e il Libano si cambierà in un frutteto e il frutteto sarà considerato una selva. Udranno in quel giorno i sordi le parole del libro; liberati dall’oscurità e dalle tenebre, gli occhi dei ciechi vedranno. Gli umili si rallegreranno di nuovo nel Signore, i più poveri gioiranno nel Santo d’Israele. Perché il tiranno non sarà più, sparirà l’arrogante, saranno eliminati quanti tramano iniquità, quanti con la parola rendono colpevoli gli altri, quanti alla porta tendono tranelli al giudice e rovinano il giusto per un nulla. Pertanto, dice alla casa di Giacobbe il Signore, che riscattò Abramo: ‘D’ora in poi Giacobbe non dovrà più arrossire, il suo viso non impallidirà più, poiché vedendo i suoi figli l’opera delle mie mani tra loro, santificheranno il mio nome, santificheranno il Santo di Giacobbe e temeranno il Dio d’Israele. Gli spiriti traviati apprenderanno la sapienza, quelli che mormorano impareranno la lezione’.


Il commento di Monsignor Vincenzo Paglia

Isaia 29,17-24 | Questo brano chiude il capitolo dedicato a Gerusalemme e al suo castigo a motivo dell’accecamento spirituale dei suoi abitanti. Il profeta annuncia però la grande opera di trasformazione che Dio stesso attuerà. dell’umanità: «Ancora un po’» e il Signore interverrà con un’azione radicale ed efficace: «Il Libano si cambierà in un frutteto e il frutteto sarà considerato una selva». C’è un legame stretto tra il cambiamento del creato in un giardino – il profeta parla del Libano e del Carmelo – e i comportamenti degli uomini. E’ un richiamo al legame che c’è tra la fedeltà del popolo alla legge del Signore e la sua capacità di vivere sulla terra senza stravolgerla, senza sfruttarla per interessi di parte. E’ decisivo vigilare, ascoltare con il cuore la Parola di Dio e metterla in pratica. Quando il popolo non è più sordo al Signore riesce ad aprire gli occhi e a vivere una vita serena e pacifica sia nelle relazioni umane che in quelle con il creato. Il popolo di Dio viene descritto dal profeta come un popolo umile che si affida alla forza del suo Signore e stando accanto riprende a sperare e a gioire perché sente che il Santo d’Israele gli è vicino. E’ significativo che il profeta veda un’alleanza nuova tra il popolo dei credenti e i poveri: essi sono legati tra loro nel mondo di Dio, mentre il tiranno e l’arrogante sono abbattuti e quanti tramano l’iniquità e tendono tranelli vengono sconfitti.


Salmo Responsoriale

Dal Sal 26(27)

R. Il Signore è la mia luce e mia salvezza.

Il Signore è mia luce e mia salvezza:
di chi avrò timore?
Il Signore è difesa della mia vita:
di chi avrò paura? R.
 
Una cosa ho chiesto al Signore,
questa sola io cerco:
abitare nella casa del Signore
tutti i giorni della mia vita,
per contemplare la bellezza del Signore
e ammirare il suo santuario. R.
 
Sono certo di contemplare la bontà del Signore
nella terra dei viventi.
Spera nel Signore, sii forte,
si rinsaldi il tuo cuore e spera nel Signore. R.


Vangelo Mt 9,27-31 | Mentre Gesù si allontanava di là, due ciechi lo seguirono gridando: ‘Figlio di Davide, abbi pietà di noi!’. Entrato in casa, i ciechi gli si avvicinarono e Gesù disse loro: ‘Credete che io possa fare questo?’. Gli risposero: ‘Sì, o Signore!’. Allora toccò loro gli occhi e disse: ‘Avvenga per voi secondo la vostra fede’. E si aprirono loro gli occhi. Quindi Gesù li ammonì dicendo: ‘Badate che nessuno lo sappia!’. Ma essi, appena usciti, ne diffusero la notizia in tutta quella regione.