Festa dell’Immacolata Concezione di Maria
Festa dell’Immacolata Concezione di Maria
M Mons. Vincenzo Paglia
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Lettura Is 35,1-10 | Si rallegrino il deserto e la terra arida, esulti e fiorisca la steppa. Come fiore di narciso fiorisca; sì, canti con gioia e con giubilo. Le è data la gloria del Libano, lo splendore del Carmelo e di Saron. Essi vedranno la gloria del Signore, la magnificenza del nostro Dio. Irrobustite le mani fiacche, rendete salde le ginocchia vacillanti. Dite agli smarriti di cuore: ‘Coraggio, non temete! Ecco il vostro Dio, giunge la vendetta, la ricompensa divina. Egli viene a salvarvi’. Allora si apriranno gli occhi dei ciechi e si schiuderanno gli orecchi dei sordi. Allora lo zoppo salterà come un cervo, griderà di gioia la lingua del muto, perché scaturiranno acque nel deserto, scorreranno torrenti nella steppa. La terra bruciata diventerà una palude, il suolo riarso sorgenti d’acqua. I luoghi dove si sdraiavano gli sciacalli diventeranno canneti e giuncaie. Ci sarà un sentiero e una strada e la chiameranno via santa; nessun impuro la percorrerà. Sarà una via che il suo popolo potrà percorrere e gli ignoranti non si smarriranno. Non ci sarà più il leone, nessuna bestia feroce la percorrerà o vi sosterà. Vi cammineranno i redenti. Su di essa ritorneranno i riscattati dal Signore e verranno in Sion con giubilo; felicità perenne splenderà sul loro capo; gioia e felicità li seguiranno e fuggiranno tristezza e pianto.


Il commento di Monsignor Vincenzo Paglia

Gen 3,9-15.20; Sal 98(97); Ef 1,3-6.11-12; Lc 1,26-38 | Il brano della Genesi racconta la vicenda di Adamo ed Eva che preferiscono seguire la voce del serpente rispetto a quella di Dio. Questo drammatico racconto svela il mistero di quel peccato, detto appunto “originale”, perché sta all’origine del male, anche del male di questo tempo. È il peccato di un orgoglio prometeico: «Sarete come Dio». Sì, il male continua da sempre a spingere uomini e donne all’esaltazione di se stessi. Ed ecco scoppiare uomini divisioni, ingiustizie, odi, distruzioni, conflitti, guerre. Il tentatore continua a insinuarsi nelle pieghe più profonde dei cuori degli uomini: si sciolgono i legami e si moltiplicano le divisioni. Ma ecco Maria e il suo mistero che oggi contempliamo già nel suo concepimento. Lei – che richiama la donna che avrebbe schiacciato la testa del serpente che aveva spinto Eva al peccato – è preservata dalla colpa originale, da quell’orgoglio prometeico che annulla gli altri. Con Maria la tragica catena che porta alla violenza e alla morte viene interrotta. Maria, concepita senza questa colpa originaria, inizia una nuova pagina nella storia umana, quella dell’amicizia con Dio, ancor più bella di quella dei progenitori. Loro furono comunque graziati da Dio che volle dare loro degli indumenti mentre uscivano dal giardino per andare nel freddo della storia. Maria è stata graziata, lei doveva accogliere il Figlio di Dio nel suo grembo e accompagnarlo sin sotto la croce. Sì, l’amore del Figlio ha protetto la madre. Questo mistero di protetta dal male – e che oggi la Chiesa ci fa contemplare –, non è estraneo al mistero stesso della Chiesa, della comunità dei credenti. È il mistero dell’amore di Dio per la sua Chiesa sparsa ovunque nel mondo. Oggi, nel mistero di Maria, contempliamo quello della Chiesa, della comunità dei credenti. Anche se i suoi membri sono peccatori, la Chiesa, come Maria, è chiamata ad ascoltare la voce dell’angelo e a dire il suo sì. E sentiamo rivolte anche a noi le parole dell’angelo: «Non temere, Maria… nulla è impossibile a Dio». 


Salmo Responsoriale

Dal Sal 84 (85)

R. Ecco il nostro Dio, egli viene a salvarci.

Ascolterò che cosa dice Dio, il Signore:
egli annuncia la pace.
Sì, la sua salvezza è vicina a chi lo teme,
perché la sua gloria abiti la nostra terra. R.
 
Amore e verità s'incontreranno,
giustizia e pace si baceranno.
Verità germoglierà dalla terra
e giustizia si affaccerà dal cielo. R.
 
Certo, il Signore donerà il suo bene
e la nostra terra darà il suo frutto;
giustizia camminerà davanti a lui:
i suoi passi tracceranno il cammino. R.


Vangelo Lc 5,17-26 | Un giorno stava insegnando. Sedevano là anche dei farisei e maestri della Legge, venuti da ogni villaggio della Galilea e della Giudea, e da Gerusalemme. E la potenza del Signore gli faceva operare guarigioni. Ed ecco, alcuni uomini, portando su un letto un uomo che era paralizzato, cercavano di farlo entrare e di metterlo davanti a lui. Non trovando da quale parte farlo entrare a causa della folla, salirono sul tetto e, attraverso le tegole, lo calarono con il lettuccio davanti a Gesù nel mezzo della stanza. Vedendo la loro fede, disse: ‘Uomo, ti sono perdonati i tuoi peccati’. Gli scribi e i farisei cominciarono a discutere, dicendo: ‘Chi è costui che dice bestemmie? Chi può perdonare i peccati, se non Dio soltanto?’. Ma Gesù, conosciuti i loro ragionamenti, rispose: ‘Perché pensate così nel vostro cuore? Che cosa è più facile: dire “Ti sono perdonati i tuoi peccati”, oppure dire “Àlzati e cammina”? Ora, perché sappiate che il Figlio dell’uomo ha il potere sulla terra di perdonare i peccati, dico a te - disse al paralitico -: àlzati, prendi il tuo lettuccio e torna a casa tua’. Subito egli si alzò davanti a loro, prese il lettuccio su cui era disteso e andò a casa sua, glorificando Dio. Tutti furono colti da stupore e davano gloria a Dio; pieni di timore dicevano: ‘Oggi abbiamo visto cose prodigiose’.