La consolazione di Gerusalemme
La consolazione di Gerusalemme
M Mons. Vincenzo Paglia
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Lettura Is 40,1-11 | Consolate, consolate il mio popolo - dice il vostro Dio. Parlate al cuore di Gerusalemme e gridatele che la sua tribolazione è compiuta, la sua colpa è scontata, perché ha ricevuto dalla mano del Signore il doppio per tutti i suoi peccati. Una voce grida: ‘Nel deserto preparate la via al Signore, spianate nella steppa la strada per il nostro Dio. Ogni valle sia innalzata, ogni monte e ogni colle siano abbassati; il terreno accidentato si trasformi in piano e quello scosceso in vallata. Allora si rivelerà la gloria del Signore e tutti gli uomini insieme la vedranno, perché la bocca del Signore ha parlato’. Una voce dice: ‘Grida’, e io rispondo: ‘Che cosa dovrò gridare?’. Ogni uomo è come l’erba e tutta la sua grazia è come un fiore del campo. Secca l’erba, il fiore appassisce quando soffia su di essi il vento del Signore. Veramente il popolo è come l’erba. Secca l’erba, appassisce il fiore, ma la parola del nostro Dio dura per sempre. Sali su un alto monte, tu che annunci liete notizie a Sion! Alza la tua voce con forza, tu che annunci liete notizie a Gerusalemme. Alza la voce, non temere; annuncia alle città di Giuda: ‘Ecco il vostro Dio! Ecco, il Signore Dio viene con potenza, il suo braccio esercita il dominio. Ecco, egli ha con sé il premio e la sua ricompensa lo precede. Come un pastore egli fa pascolare il gregge e con il suo braccio lo raduna; porta gli agnellini sul petto e conduce dolcemente le pecore madri.


Il commento di Monsignor Vincenzo Paglia

Isaia 40,1-11 | Ispirato da Dio, il profeta si rivolge al popolo esiliato e intristito per la sua lontananza da Gerusalemme, con parole di consolazione e di conforto. Se per un verso invita il popolo a riflettere sulla debolezza e la precarietà della vita, per l’altro lo esorta ad alzare lo sguardo e a rivolgerlo verso il Signore che non lo ha abbandonato, anzi sta venendo a liberarlo. È urgente pertanto spianare la strada nel deserto per permettere al Signore di venire sino a noi. Il deserto, per noi, è quello dei cuori: sono le città desertificate di amore, di vita, di dignità e quindi in preda alla violenza, alla guerra, all’abbandono, alla solitudine. Il Signore viene per liberare i cuori dalla schiavitù del male, del peccato, dell’egoismo. La Parola di Dio quando giunge al cuore lo fa rifiorire: da un cuore nuovo nasce un mondo nuovo. Il Signore chiede al profeta di consolare il suo popolo, ossia di parlargli al cuore perché riprenda a sperare confidando non in se stesso ma in Dio che salva. E chiede al profeta che consoli tutti e che nessuno sia privato dell’annuncio dei tempi nuovi della salvezza. Per questo lo esorta: «Sali su un alto monte, tu che annunci liete notizie a Sion! Alza la tua voce con forza, tu che annunci liete notizie a Gerusalemme». Le comunità cristiane, i singoli credenti, tutti siamo invitati in questo tempo di Avvento ad accogliere questa parola di speranza.


Salmo Responsoriale

Dal Sal 95 (96)

R. Ecco, il nostro Dio viene con potenza.

Cantate al Signore un canto nuovo,
cantate al Signore, uomini di tutta la terra.
Cantate al Signore, benedite il suo nome,
annunciate di giorno in giorno la sua salvezza. R.
 
In mezzo alle genti narrate la sua gloria,
a tutti i popoli dite le sue meraviglie.
Dite tra le genti: «Il Signore regna!».
Egli giudica i popoli con rettitudine. R.
 
Gioiscano i cieli, esulti la terra,
risuoni il mare e quanto racchiude;
sia in festa la campagna e quanto contiene,
acclamino tutti gli alberi della foresta. R.
 
Esultino davanti al Signore che viene:
sì, egli viene a giudicare la terra;
giudicherà il mondo con giustizia
e nella sua fedeltà i popoli. R.


Vangelo Mt 18,12-14 | Che cosa vi pare? Se un uomo ha cento pecore e una di loro si smarrisce, non lascerà le novantanove sui monti e andrà a cercare quella che si è smarrita? In verità io vi dico: se riesce a trovarla, si rallegrerà per quella più che per le novantanove che non si erano smarrite. Così è volontà del Padre vostro che è nei cieli, che neanche uno di questi piccoli si perda.