Susciterò un germoglio giusto
Susciterò un germoglio giusto
M Mons. Vincenzo Paglia
00:00
02:34

Lettura Ger 23,5-8 | Ecco, verranno giorni - oracolo del Signore - nei quali susciterò a Davide un germoglio giusto, che regnerà da vero re e sarà saggio ed eserciterà il diritto e la giustizia sulla terra. Nei suoi giorni Giuda sarà salvato e Israele vivrà tranquillo, e lo chiameranno con questo nome: Signore-nostra-giustizia. Pertanto, ecco, verranno giorni - oracolo del Signore - nei quali non si dirà più: “Per la vita del Signore che ha fatto uscire gli Israeliti dalla terra d’Egitto!”, ma piuttosto: “Per la vita del Signore che ha fatto uscire e ha ricondotto la discendenza della casa d’Israele dalla terra del settentrione e da tutte le regioni dove li aveva dispersi!”; costoro dimoreranno nella propria terra.


Il commento di Monsignor Vincenzo Paglia

Geremia 23,5-8 | Il Signore – attraverso la voce del profeta – dopo aver lanciato un severo monito ai responsabili di Israele che hanno tradito il gregge pascendo solo se stessi, assicura che scenderà di persona per radunare le sue pecore e riportarle al pascolo da dove sono state allontanate: «Verranno giorni – oracolo del Signore – nei quali susciterò a Davide un germoglio giusto, che regnerà da vero re e sarà saggio ed eserciterà il diritto e la giustizia sulla terra». A Natale questo annuncio del profeta trova la sua piena realizzazione: quel Bambino è il principe della pace, come canteremo nella notte della nascita. I giorni che Geremia annuncia sono anche i giorni di questo nostro tempo che – come ama dire papa Francesco – è un tempo di cambiamento d’epoca. E chiede una svolta radicale. Il presente è confuso e il futuro appare chiuso. C’è bisogno di una nuova profezia, di un nuovo “germoglio” che regni con autorità per instaurare la giustizia e il diritto. Il “germoglio” è il Figlio stesso di Dio che ci prepariamo ad accogliere in mezzo a noi. Egli appare come un bambino, davvero come un «germoglio», che non si impone per la sua forza esteriore o per le sue qualità di potenza umana. Anzi, nasce fuori dell’abitato, in una grotta, deposto in una mangiatoia, come il Vangelo di Matteo ci ricorda (1,18-24). La forza di questo “germoglio” sta tutta nell’amore gratuito e senza limiti che lo ha spinto prima a scendere dal cielo e poi a radunare un popolo con cui iniziare il nuovo regno di Dio sulla terra. Il Signore regna nei cuori, ossia libera i cuori dalle numerose schiavitù che rendono amara e triste la vita di tutti. È dal cambiamento dei cuori che sgorga la giustizia e la pace. Il Signore continua a bussare per entrare nel nostro cuore: la sua nascita lo rinnova, lo allarga, lo rende forte nell’amore, lo illumina per andare nelle periferie di questo mondo. Da cuori rinnovati dal mistero del Natale rinasce una nuova terra, una nuova storia, una nuova giustizia e una più duratura pace.


Salmo Responsoriale

Dal Sal 71 (72)

R. Nei suoi giorni fioriranno giustizia e pace.

O Dio, affida al re il tuo diritto,
al figlio di re la tua giustizia;
egli giudichi il tuo popolo secondo giustizia
e i tuoi poveri secondo il diritto. R.
 
Perché egli libererà il misero che invoca
e il povero che non trova aiuto.
Abbia pietà del debole e del misero
e salvi la vita dei miseri. R.
 
Benedetto il Signore, Dio d'Israele:
egli solo compie meraviglie.
E benedetto il suo nome glorioso per sempre:
della sua gloria sia piena tutta la terra.
Amen, amen. R.


Vangelo Mt 1,18-24 | Così fu generato Gesù Cristo: sua madre Maria, essendo promessa sposa di Giuseppe, prima che andassero a vivere insieme si trovò incinta per opera dello Spirito Santo. Giuseppe suo sposo, poiché era uomo giusto e non voleva accusarla pubblicamente, pensò di ripudiarla in segreto. Mentre però stava considerando queste cose, ecco, gli apparve in sogno un angelo del Signore e gli disse: ‘Giuseppe, figlio di Davide, non temere di prendere con te Maria, tua sposa. Infatti il bambino che è generato in lei viene dallo Spirito Santo; ella darà alla luce un figlio e tu lo chiamerai Gesù: egli infatti salverà il suo popolo dai suoi peccati’. Tutto questo è avvenuto perché si compisse ciò che era stato detto dal Signore per mezzo del profeta: ‘Ecco, la vergine concepirà e darà alla luce un figlio: a lui sarà dato il nome di Emmanuele’, che significa Dio con noi. Quando si destò dal sonno, Giuseppe fece come gli aveva ordinato l’angelo del Signore e prese con sé la sua sposa.