La voce della colomba
La voce della colomba
M Mons. Vincenzo Paglia
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Lettura Ct 2,8-14 | Una voce! L’amato mio! Eccolo, viene saltando per i monti, balzando per le colline. L’amato mio somiglia a una gazzella o ad un cerbiatto. Eccolo, egli sta dietro il nostro muro; guarda dalla finestra, spia dalle inferriate. Ora l’amato mio prende a dirmi: ‘Àlzati, amica mia, mia bella, e vieni, presto! Perché, ecco, l’inverno è passato, è cessata la pioggia, se n’è andata; i fiori sono apparsi nei campi, il tempo del canto è tornato e la voce della tortora ancora si fa sentire nella nostra campagna. Il fico sta maturando i primi frutti e le viti in fiore spandono profumo. Àlzati, amica mia, mia bella, e vieni, presto! O mia colomba, che stai nelle fenditure della roccia, nei nascondigli dei dirupi, mostrami il tuo viso, fammi sentire la tua voce, perché la tua voce è soave, il tuo viso è incantevole.


Il commento di Monsignor Vincenzo Paglia

Cantico dei Cantici 2,8-14 | La liturgia ci fa meditare questo passaggio del Cantico dei Cantici mentre il Natale è alle porte. La scena che viene riportata ci fa vedere l’amata che immagina il suo amato giunto nei pressi della casa dove abita e che scruta attraverso le persiane per vederla. Lui le chiede di uscire per assaporare assieme la bellezza della primavera: «Alzati, amica mia, mia bella, e vieni, presto!». È l’esortazione ad accogliere il Signore che viene a visitarci. Sono descrizioni che manifestano bene il desiderio che Dio stesso ha di incontrare gli uomini e salvarli. È questo il senso del Natale che ci accingiamo a celebrare. Il Signore prende l’iniziativa e corre da Israele. Sta vicino alla porta: potremmo dire che sta ormai per nascere. Un commento rabbinico parafrasa così questo passo del Cantico: «Quando… quelli della casa di Israele dimoravano in Egitto, i loro lamenti giunsero sino in cielo… E [il Signore] superò d’un balzo il giorno fissato per i meriti dei patriarchi, che sono simili a montagne… Egli guardò attraverso le finestre e sbirciò attraverso le persiane, e vide il sangue del sacrificio della Pasqua… ed ebbe pietà di noi… E quando fu mattina mi disse: Alzati, assemblea di Gerusalemme, mia diletta… allontanati dalla schiavitù degli egiziani». Origene riferisce invece la scena a Gesù risorto che dice alla Chiesa: «Alzati… mia colomba, perché, guarda, l’inverno è passato… Risorgendo dalla morte ho domato la tempesta e riportato la pace». Dio è sconvolgente nel suo amore: sta per venire in mezzo agli uomini e ci chiede di accoglierlo, di abbandonare i nascondigli delle rocce delle nostre schiavitù per andargli incontro. È la richiesta di un Dio innamorato di noi, mendicante del nostro amore.


Salmo Responsoriale

Dal Sal 32(33)

R. Esultate, o giusti, nel Signore; cantate a lui un canto nuovo.
Oppure:
R. Cantiamo al Signore un canto nuovo.

Lodate il Signore con la cetra,
con l'arpa a dieci corde a lui cantate.
Cantate al Signore un canto nuovo,
con arte suonate la cetra e acclamate. R.
 
Il disegno del Signore sussiste per sempre,
i progetti del suo cuore per tutte le generazioni.
Beata la nazione che ha il Signore come Dio,
il popolo che egli ha scelto come sua eredità. R.
 
L'anima nostra attende il Signore:
egli è nostro aiuto e nostro scudo.
È in lui che gioisce il nostro cuore,
nel suo santo nome noi confidiamo. R.


Vangelo Lc 1,39-45 | In quei giorni Maria si alzò e andò in fretta verso la regione montuosa, in una città di Giuda. Entrata nella casa di Zaccaria, salutò Elisabetta. Appena Elisabetta ebbe udito il saluto di Maria, il bambino sussultò nel suo grembo. Elisabetta fu colmata di Spirito Santo ed esclamò a gran voce: ‘Benedetta tu fra le donne e benedetto il frutto del tuo grembo! A che cosa devo che la madre del mio Signore venga da me? Ecco, appena il tuo saluto è giunto ai miei orecchi, il bambino ha sussultato di gioia nel mio grembo. E beata colei che ha creduto nell’adempimento di ciò che il Signore le ha detto.