Federico Piana – Città del Vaticano
“È un segno importante per evitare una fuga in avanti di una tecnica che rischierebbe di favorire il post-umanesimo”. Monsignor Vincenzo Paglia, presidente della Pontificia Accademia per la Vita, usa queste parole per definire la firma, da parte di tre rappresentanti delle tre religioni abramitiche, di un documento sullo sviluppo etico dell’intelligenza artificiale che si svolgerà domani, 10 gennaio. all’interno di un evento ospitato nella Casina Pio IV in Vaticano ed intitolato ‘Al Ethics: An Abramic committent to the Rome Call’. A siglare il documento saranno, oltre allo stesso monsignor Paglia, il rabbino capo Eliezer Simha Weisz, membro del Consiglio del Rabbinato Capo d’Israele e Sheikh Abdallah bin Bayyah, capo del Forum per la pace di Abu Dhabi e presidente del Consiglio Fatwa degli Emirati Arabi Uniti.
Un manifesto condiviso
Intelligenza artificiale, le religioni abramitiche firmano un documento in Vaticano
La genesi di questo documento risale a due anni fa, ricorda monsignor Paglia, “quando, poco prima che scoppiasse la pandemia, fu firmato a Roma un manifesto etico sull’intelligenza artificiale. Come sappiamo, queste nuove tecnologie emergenti e convergenti posseggono una loro logica interna che cresce in maniera molto veloce e che rischia di essere al di fuori di una prospettiva umanistica a tal punto da strumentalizzare l’uomo a proprio vantaggio”. In sostanza, aggiunge Paglia, “la Pontifica Accademia per la Vita insieme al presidente di Microsoft, al vice-presidente di Ibm, al segretario generale della Fao e ad un membro del governo italiano, ha messo a punto un testo con tre prospettive umanistiche: il principio etico, il principio educativo e il principio giuridico che devono guidare tutto il processo che riguarda lo sviluppo dell’intelligenza artificiale”.
Primato dell’umano
Ora, dopo alcuni anni, quello stesso documento verrà firmato anche da rappresentanti del mondo islamico e di quello ebraico ma, assicura Paglia, “a luglio prossimo, in Giappone, sarà siglato anche dalle altre grandi religioni mondiali. Papa Francesco ha accolto positivamente questa nostra impostazione proprio per ribadire il primato dell’umano sulla tecnologia”. I punti qualificanti del documento sono tre: tutelare il primato dell’uomo, educare i giovani alle tecnologie complesse e incentivare la dimensione giuridica provando ad immaginare una governance internazionale.
Urgenza d’intervenire
Per far comprendere bene l’importanza di queste azioni, monsignor Paglia prova a fare un esempio: “Qualche governo sta preparando uno strumento che usa gli algoritmi per riconoscere la qualifica di rifugiato :attraverso l’esame di una macchina si tralascia il confronto, il dialogo. E poi bisogna tenere presente che ogni algoritmo non è autonomo ma è il frutto di una impostazione. Ecco perché la dimensione etica deve essere prioritaria”.
Attenzione agli algoritmi
“Il controllo degli algoritmi sulle popolazioni – denuncia ancora il presidente dell’Accademia della Vita – è gravissimo, basti pensare al controllo facciale: ecco perché dobbiamo inventarci una pratica giuridica per regolamentare a livello internazionale una materia che si dimostra essere delicatissima”. Paglia, infine, lancia un’idea: “Come c’è stata una Parigi per il clima forse dovrebbe esserci una Parigi per le nuove tecnologie”.