C’è contrapposizione fra “buona morte” e “dolce morte”? E allora: dove comincia e dove finisce la dignità del vivere e del morire? In Europa e nel mondo sono in crescita i Paesi che hanno approvato una legge sull’eutanasia e sul suicidio assistito. Il “diritto alla vita” presume anche un “obbligo alla vita”? E con quale prerogativa – affermano i fautori dell’eutanasia – la società vieta a uno di voler morire se liberamente lo sceglie?
Monsignor Paglia – uno dei più autorevoli esponenti della Chiesa di Francesco, consigliere spirituale della Comunità di Sant’Egidio e Presidente del Pontificio Consiglio per la Famiglia – affronta con estrema delicatezza e lucidità tutti gli aspetti legati al “fine vita” che continuano a suscitare aspri confronti in Italia e nei paesi europei.
In un saggio che farà discutere, l’autore insiste sulla necessità di allargare gli orizzonti evitando gabbie ideologiche o ambigue urgenze legislative. Sono in campo profonde dinamiche affettive, culturali e spirituali e sarebbe riduttivo trattare i problemi al di fuori di una visione umanistica e sapienziale.
Paglia non disdegna di mettere in guardia un Occidente che pare aver posto nel dimenticatoio alcune grandi verità: ogni persona, unica e irripetibile, è patrimonio dell’umanità; gli anziani e i morenti possono insegnarci qualcosa fino all’ultimo respiro; a nessuno piace morire dimenticato; solo accettando il traguardo della morte – che tutti ci affratella – potremo avere una vita intensa, feconda di relazioni personali autentiche e di valori umani condivisi, una vita degna di essere vissuta, fino alla fine.
Sorella Morte
Scritto il 03/09/2016